Nell’ambito dell’intensa e complessa operazione di prevenzione e tutela, conservazione e recupero dell’equilibrio ambientale dell’intera Provincia gli uomini della Guardia Costiera di Taranto, diretti dal Capitano di Vascello Rosario Meo, in stretto coordinamento investigativo con la competente Procura della Repubblica e con il supporto tecnico di ARPA Puglia – DAP, hanno concluso una capillare campagna di monitoraggio della rete depurativa e delle immissioni degli “scarichi” provenienti dagli suddetti alvei, in vista dell’attivazione delle opportune misure di recupero delle originarie funzioni dei stessi da parte degli enti/organi competenti.
Avviata da gennaio scorso e conclusasi agli inizi di giugno, detta intensa attività investigativa, volta al monitoraggio e verifica degli scarichi idrici presenti nell’intera Provincia di Taranto ha consentito di ricostruire un quadro certo ed
aggiornato dello stato dell’intera rete depurativa attraverso mirate e complesse verifiche delle autorizzazioni in essere afferente agli scarichi e il correlato ciclo dei rifiuti, per poi procedere al controllo dell’esistente impiantistica asservita e all’esecuzione – con il supporto tecnico di Arpa – dei necessari campionamenti alle acque di scarico sottoposti a relative analisi presso il laboratorio di Arpa Puglia.
In particolare, hanno formato oggetto di mirate verifiche accertative tutti i 26 depuratori urbani della Provincia di Taranto e gran parte di quelli della Provincia di Matera, stante la competenza interprovinciale di questa Capitaneria di Porto, ricomprendente anche la Basilicata Jonica.
Nell’ambito dei controlli ai depuratori urbani, quindi, pur avendo accertato complessivamente la buona qualità delle acque, sono stati elevati n. 2 verbali amministrativi, con sanzione pecuniaria da € 6.000 a € 60.000 ex art. 133, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nei confronti del gestore del servizio idrico integrato, per il possesso di autorizzazione allo scarico scaduta presso i depuratori di Manduria e di Taranto – Gennarini.
Nel corso dell’operazione sono stati ispezionati, altresì, n. 11 autolavaggi, portando alla contestazione di un verbale amministrativo con sanzione pecuniaria da €6.000 a €60.000 ex art. 133, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006, nei confronti di una società per mancanza di autorizzazione allo scarico e al sequestro penale di uno ei maggiori impianti nel territorio di Taranto poi convalidato dal GIP di Taranto per mancanza di autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali e per il deposito incontrollato di rifiuti pericolosi (artt. 137 e
256, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006).
Sono stati, altresì, assoggettati ad ispezione vari immobili ricadenti sul pubblico demanio marittimo, da ciò derivandone l’elevazione di n. due verbali amministrativi ex art. 133, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006, nei confronti di altrettanti soggetti per la mancanza di autorizzazione allo scarico.
Ulteriori verifiche accertative sono state condotte presso numerosi cantieri navali, e pescherie, nonché presso tutti gli scarichi del Porto di Taranto e del Mar Piccolo di Taranto e tutti gli scarichi censiti della città di Taranto in gestione alla società Acquedotto Pugliese S.p.A.
In sintesi, al termine dell’operazione di che trattasi, protrattasi per mesi, sono
tati effettuati complessivamente n. 580 controlli su scarichi idrici attraverso cui si è potuto ricostruire una mappatura su base provinciale della generalità degli scarichi ivi insistenti che ha consentito di portare alla luce criticità e patologie tecnico/gestionali che hanno formato oggetto di specifica contestazione.
Questi, in sintesi, i dati riepilogativi dei siti ispezionati nel corso dell’operazione:
– n. 26 depuratori urbani (Palagiano, San Giorgio Jonico, Faggiano, Avetrana,
Maruggio, Manduria, Laterza, Ginosa, Crispiano, Torricella, Pulsano, Lizzano, Montemesola, Monteiasi, Massafra, Mottola, Taranto-Gennarini, TarantoBellavista, Castellaneta Marina, Ginosa Marina, Palagianello, Castellaneta,
Scanzano Jonico, Policoro, Nova Siri, Metaponto):
– n. 11 autolavaggi (Taranto, Maruggio, Sava, Manduria, Policoro);
– n. 4 cantieri navali (“Greco” – Taranto, “Quintano” – Taranto, “Cavallo” – Policoro, “Argonauti” – Policoro);
– n. 4 immobili sul demanio marittimo (Maruggio, Torricella);
– n. 13 pescherie (Taranto, Manduria, Policoro);
– ripetuti controlli agli scarichi del porto di Taranto, del Mar Piccolo e agli scarichi censiti della città di Taranto in gestione ad AQP.
Tale attività di capillare monitoraggio ambientale, si inserisce nel solco di quella complessa e articolata azione di ripristino della legalità ambientale portata avanti da mesi e senza soluzione di continuità da parte degli uomini e delle donne della Guardia Costiera a salvaguardia e tutela di detti valori primari costituzionalmente protetti al fine di contrastare in maniera sempre più incisiva ogni tentativo di relativa spoliazione e aggressione indiscriminata.