Ospitiamo l’intervento sulla questione Ilva-Decreto Taranto di Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB
L’Unione Sindacale di Base di Taranto parte da una considerazione: nel Decreto Taranto non c’è
nulla di concreto per la città. Nessun intervento che miri a ristabilire gli equilibri, gettando le basi
per un’economia alternativa, e a risarcire il territorio. Non ci sono misure che possano dare risposte
adeguate per quel che riguarda l’offerta sanitaria. Nulla sul potenziamento delle infrastrutture di
trasporto, dalle quali dipende direttamente lo sviluppo dell’area portuale. Il Decreto è monco anche
sul trasporto aereo. Gli sgravi fiscali previsti per chi assume dipendenti ex Ilva in AS non sono
ritenuti dall’USB realizzabili a causa dell’alto costo del lavoro annuale dei lavoratori.
Opportuno partire dalla presa di coscienza della reale situazione e costruire misure eccezionali con
riferimento a tre punti essenzialmente: emergenza sanitaria, grave situazione occupazionale e forte
condizionamento economico derivante dalla monocultura industriale. Per questo l’USB presenterà
nei prossimi giorni al Governo una serie di proposte finalizzate a dare un contributo in termini di
idee, chiedendo però prima di tutto di porre fine ad una sorta di “razzismo politico” nei confronti di
Taranto, dal momento che in altre realtà si chiudono, anche in tempi stretti, le aree inquinanti
(Trieste e Genova) e qui si pensa invece di riportare la produzione a 8 milioni di tonnellate/anno.
Proponiamo la creazione di una no tax area/zona franca a Taranto e nei comuni Sin per incentivare
gli investimenti sul territorio; l’utilizzo da parte delle amministrazioni comunali di ex dipendenti
Ilva, quindi diverse professionalità, per lavori di pubblica utilità; per i dipendenti in AS e per quelli
in esubero, incentivi alla fuoriuscita, norme per sbloccare il TFR ed equiparare la normativa in
materia tra loro e i dipendenti di Arcelor Mittal; la riapertura dell’ex scuola allievi operai
dell’Arsenale.
Ci aspettiamo un atteggiamento più coerente da parte del Governo, chiamato ora a dare risposte
precise nel senso del rispetto dei cittadini e dei lavoratori di questa città, tramite l’Accordo di
Programma.