Arcidiocesi di Taranto, Comune di Taranto e Soprintendenza ai beni architettonici e culturali hanno firmato oggi un accordo per la promozione e la valorizzazione della Concattedrale di Taranto, realizzata dal celebre architetto Giò Ponti, in occasione del 50esimo anniversario dell’inaugurazione che ricorre il prossimo 6 dicembre.
“L’arcivescovo Filippo Santoro, un anno fa, quando noi eravamo già in fase di riprogettazione della città, ci chiamò e disse che la Concattedrale non potevamo dimenticarla – ha detto il sindaco Rinaldo Melucci – Siamo quindi arrivati a questa convenzione e non dobbiamo solo riqualificare la Concattedrale. Adesso la dobbiamo promuovere, deve diventare un luogo iconico della nostra città, non solo un luogo di culto e pregevole dal punto di vista artistico, ma un simbolo per questa comunità che sta ripartendo”.
“I frutti di questa convenzione dovranno andare oltre la riqualificazione delle vasche” ha precisato il sindaco di Taranto, riferendosi all’intervento in corso sul sagrato della Concattedrale di cui le tre vasche ne costituiscono un punto essenziale. “Vorremmo che la Concattedrale di Giò Ponti diventasse la nostra piccola Sagrada Família con tutto quel carico simbolico, religioso, anche economico, che ha rappresentato nel 1992 la ripartenza di Barcellona con i Giochi Olimpici” ha sostenuto il sindaco di Taranto. “Non a caso noi abbiamo i Giochi del Mediterraneo – ha proseguito Melucci riferendosi all’evento sportivo di cui Taranto ospiterà nel 2026 la ventesima edizione -. Stiamo ripercorrendo una strada che è fatta anche di questi grandi momenti, di questi attrattori, e devo dire che forse come comunità avevamo un po’ dimenticato l’importanza di questo luogo e la centralità nella fede dei tarantini”.
Per l’arcivescovo di Taranto, Santoro, che è anche presidente della commissione Problemi del lavoro della Cei, “è importante il contributo che il sindaco Melucci sta dando alla ripresa della città ma anche la stima della Concattedrale da parte dell’amministrazione e della città. La celebrazione dei 50 anni della consacrazione della Concattedrale è un momento che deve vedere coinvolta tutta la città, anche nelle ristrettezze che ci sono adesso”.
“La Concattedrale di Giò Ponti e di monsignor Motolese che ha dato un contributo sostanziale anche come visione e come immagine – ha aggiunto Santoro riferendosi all’allora arcivescovo di Taranto che volle la Concattedrale e chiamò l’architetto Giò Ponti – è stata valutata una delle 25 opere architettoniche più importanti di tutto il Novecento insieme allo stadio di Tokyo, le chiese di Le Corbusier e la Cattedrale di Brasilia. Siamo quindi ad un livello altissimo e noi tarantini – ha affermato l’arcivescovo – dovremmo apprezzarla sempre di più. A Giò Ponti, che ha fatto quest’opera che lancia la città nella cultura e nel mondo, potremmo dare la cittadinanza onoraria di Taranto” ha proposto l’arcivescovo. E il sindaco ha risposto affermando “che quest’anno abbiamo lavorato ad una revisione del regolamento che non consentiva la cittadinanza onoraria postuma a personalità importanti. Sappiamo – ha dichiarato – che in un carteggio della famiglia esisteva questo desiderio di Giò Ponti e sicuramente per questo cinquantenario, dopo aver modificato il regolamento, daremo la cittadinanza onoraria postuma a Giò Ponti e sarà un momento di grande festa”. “Il primo passo è la cittadinanza onoraria, il secondo è quello di intitolare a Gió Ponti il piazzale delle vasche della Concattedrale, vasche che hanno una bellezza straordinaria – ha detto ancora l’arcivescovo -. Le tre vasche rappresentano la realtà del mare, sono in simbolo del mare in una città di mare”. “La Concattedrale si riflette nel mare, la vela in particolare – ha specificato Santoro riferendosi all’elemento architettonico essenziale del tempio -. Mentre nelle altre chiese si fanno le cupole, le torri, lui ha avuto questa idea geniale: una vela aperta all’infinito e con 80 finestrelle in cui lui diceva si posano gli angeli”.
Per Maria Piccarreta, soprintendente ai beni architettonici e culturali, “si sono accesi i riflettori su un edificio molto particolare di questa città, che entra in tutto quello che è il rinnovamento della città che è già partito e caratterizzerà tutto l’anno prossimo”. “Studiando la figura di Giò Ponti, e noi inaugureremo una mostra in occasione di queste ricorrenze, abbiamo visto che ebbe un rapporto così viscerale con Taranto che lui non volle soldi, il progetto non fu pagato, ma chiese di poter avere la cittadinanza onoraria di Taranto” ha concluso Piccarreta. (AGI)