Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del segretario di Confartigianato Taranto Fabio Paolillo sulla situazione del commercio di vicinato nel capoluogo jonico.
La crisi dell’economia di vicinato che attanaglia le strade di Taranto è molto grave e al momento non si vede alcun intervento importante volto a migliorare la situazione. Agli operatori commerciali ed agli artigiani tarantini che ancora resistono va detta la verità. Non serve usare mezzi termini, ma crediamo sia necessario un bagno di umiltà da parte di tutti. La situazione è si difficile in tutti Italia, ma da altre parti le amministrazioni rispondono con idee, soluzioni precise ed investimenti per la salvaguardia e lo sviluppo dell’economia di vicinato, con documenti strategici del commercio di alto livello con contenuti che tracciano nero su bianco soluzioni ed incentivi per le imprese che sono presenti e per quelle nuove che intono insediarsi sul territorio. In tanti comuni italiani sono stati fatti documenti strategici del commercio che rilevano con “puntualità” le varie tipologie di strutture commerciali operanti, dal negozio di vicinato alla media e grande struttura commerciale, per constare la reale necessità di tipologia per le nuove aperture pianificando con dati “precisi” il riequilibrio tra piccole e medio grandi metrature. Addirittura molti comuni indicano quali sono i settori di attività da poter fare aprire in determinati posti per evitare sovrapposizioni o carenze dei servizi offerti.
A Taranto si continua invece con la solita politica degli ultimi trent’anni, pianificando il presente e futuro dell’economia di vicinato con assoluta approssimazione, arrendendosi, all’indiscriminata diffusione della media e grande distribuzione come avvenuto sinora. Bari e Lecce, ad esempio tra tanti, già in fase di pianificazione e programmazione hanno adottato misure complessive e azioni mirate al reale sostegno di commercio e artigianato.
Sono anni che va avanti questa storia, con il vecchio piano è scaduto da tanti anni. E’ un atto amministrativo che il Comune di Taranto avrebbe dovuto approvare da tempo visto che trattasi di un importantissimo strumento di programmazione e pianificazione, a nostro avviso di pari importanza del piano urbanistico generale. Proprio non si riesce, o meglio non si vuole dare discontinuità con le politiche del passato. Occorrono scelte coraggiose e coerenti con quanto si va puntualmente affermando da anni sulla stampa dai nostri politici, amministratori e dalle associazioni di categoria: proteggere e sviluppare gli esercizi di vicinato. Bene e come lo fai? Continuando a favorire l’apertura delle medie e grandi strutture? Lo si è permesso a Taranto da sempre ma non ha funzionato, anzi ha peggiorato la situazione. Ebbene, dopo tutti questi anni di attesa, di silenzi e di riunioni, di assessori, di consiglieri, di commissioni, il risultato che è in via di approvazione da parte del Consiglio comunale è un documento quasi vuoto di quei contenuti auspicati. Un documento che in quasi tutti i punti salienti è un continuo rinvio a decisioni future, tranne appunto per quanto riguarda la possibilità di apertura di medie e grandi strutture. Che combinazione! Che fortuna o sfortuna! Qui il documento sembrerebbe piuttosto chiaro: si potranno aprire medie e grandi strutture commerciali praticamente in tutta la città tranne che nelle zone dove insistono già i due storici ipermercati. Che strano, che beffa. Poveri commercianti ‘ed artigiani tarantini, non meritano tutto questo. Ma tanto lo si è già capito in che direzione si vuole andare. Infatti basta guardare le colonne e travi di cemento armato nuovissime di zecca che stanno rapidamente sorgendo in Via Dalmazia angolo Via Ancona. Una nuova struttura commerciale monomarca di grandi dimensioni, alimentare e non alimentare. Se ne sentiva davvero la necessità, giusto cari amministratori? Complimenti a tutti. Allora come Confartigianato facciamo appello alla sensibilità del Sindaco Melucci, lo invitiamo ad intervenire, così come invitiamo l’Assessore allo sviluppo economico e l’intero consiglio comunale ad approfondire con la massima attenzione questa importante situazione che riguarda la vita quotidiana delle nostre strade e mettere in campo già adesso (come fanno tutti gli altri comuni) le risorse economiche ed i programmi di attrazione e supporto per aiutare e quindi garantire la continuità degli esercizi di vicinato che sono poi quei centri di presidio di cui ogni comunità, in quanto tale, non può fare a meno.
I negozi restano chiusi perché i commercianti e gli artigiani non ce la fanno più di fronte all’aumento dei costi dell’energia, degli affitti, delle tasse e dei tributi locali, della concorrenza dei grandi centri commerciali e dell’e-commerce. Ma sono quegli stessi negozi e piccole botteghe che da sempre fanno parte integrante dell’identità della nostra città, sono quei luoghi di incontro che garantiscono un punto di riferimento per chi ha deciso di restare e vivere nelle vie del borgo e della periferia.
Serve coraggio, come diciamo da tanto, troppo tempo, per una programmazione a tutto tondo verso il mondo delle piccole attività e soprattutto, in modo immediato, andare ad abbassare le tasse e le tariffe locali per tutti e non solo per chi apre in centro, magari attuando delle premialità fra chi apre e che già vi opera. Occorre rendere le nostre strade attrattive, ordinate, pulite, sicure, con una mobilità che rende fruibile i nostri negozi e tutto questo richiedendo anche la collaborazione di imprenditori e cittadini.
Diverse amministrazioni locali hanno istituito nei propri bilanci fondi per sostenere la riqualificazione degli esercizi commerciali, per il rilancio dei centri di vicinato introducendo flessibilità nelle destinazioni d’uso e tagliando gli oneri urbanistici per ristrutturazioni e recuperi, studiando anche la possibilità di destinare quote di oneri dei grandi centri commerciali a sostegno del vicinato. Altri hanno proprio indicato nei documenti strategici cosa e dove si può aprire, per evitare che il pesce grande mangi il pesce piccolo. Alcuni comuni hanno stipulato un patto con i proprietari degli immobili per ridurre gli affitti dei negozi, con una riduzione dell’Imu e di altre tasse locali a fronte dell’impegno a calmierare gli affitti. Vorremmo quindi sapere, nel bilancio di previsione del Comune di Taranto, cosa è stato destinato in favore dell’economia di vicinato. Vorremo sapere se e quali sono i progetti di valorizzazione commerciale per città vecchia e borgo, quali sono le zone ed i criteri da adottare per il sistema di incentivazione. Sono tutte cose che nella bozza di documento in via approvazione non ci sono ma che dovrebbero esserci, adesso.
I commercianti e gli artigiani tarantini devono però sapere che se si vuole aiutare il loro settore lo si può fare. Comprendiamo che questa persistente crisi politica non aiuta, ma non possiamo perdere di vista che ci sono tanti piccoli imprenditori in crisi che attendono soluzioni immediate e concrete. Ovviamente come Confartigianato siamo sempre pronti alla collaborazione, se si vogliono davvero fare le cose.