Torna ad un ministro il coordinamento del Tavolo istituzionale Taranto per l’attuazione del Contratto istituzionale di sviluppo. Se ne occuperà Mara Carfagna, ministro per il Sud e la coesione territoriale. Lo stabilisce un decreto del premier Mario Draghi. Il coordinamento vale a partire dal 12 marzo e il decreto porta la data del 15 marzo. La delega sul Tavolo Taranto – espressamente citato dal decreto di Draghi – rientra in un ambito piu generale di competenze che attribuisce al ministro Carfagna la presidenza della cabina di regia per i fondi sviluppo e coesione del periodo 2014-2020 e per la programmazione di quelli relativi al periodo 2021-2027, il monitoraggio e accelerazione delle attività della stessa cabina di regia, la promozione, sottoscrizione e attuazione dei contratti istituzionali di sviluppo presiedendo i relativi Tavoli istituzionali, nonchè l’istituzione e il coordinamento delle Zone economiche speciali.
Per Taranto, il provvedimento di Draghi fa riferimento al decreto legge istitutivo del contratto istituzionale di sviluppo, che è il n. 1 del 2015,articolo 5, convertito nella legge 20 del 4 marzo 2015. Nel decreto del premier, si richiama la funzione di coordinamento del ministro per “i programmi di intervento”volti al superamento della crisi socio-economica e ambientale dell’area tarantina. Bisogna tornare al Governo Gentiloni per trovare un ministro delegato al coordinamento del Tavolo Taranto. In quell’occasione fu Claudio De Vincenti, responsabile del ministero del Mezzogiorno. Col primo Governo Conte, invece, la delega è passata al Mise, all’allora ministro Luigi Di Maio, mentre col secondo Governo Conte è stato delegato dal premier il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica, Mario Turco.
Appena qualche giorno fa, i sindacati Cgil, Cisl e Uil avevano scritto a Draghi e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, ponendogli la questione del contratto Taranto ed evidenziandogli “l’attuale stato di inerzia”. In particolare a Draghi i sindacati hanno sottolineato che il Tavolo Istituzionale ha anche “avuto un ruolo attivo anche nell’affrontare i temi occupazionali, avendo azionato strumenti regolativi (clausola sociale) a protezione dei bacini di crisi”. E ora, aggiungevano i sindacati, “la crisi del sistema industriale locale” registra nuovi cedimenti importanti.
Nella gestione del contratto Taranto da parte del secondo Governo Conte, l’attività si è focalizzata su cinque aree tematiche: Università, Ricerca, Innovazione; Infrastrutture; Sviluppo Economico, sociale e culturale; Riqualificazione Urbana e, infine, Ambiente e Bonifiche. Coinvolte le società pubbliche Investitalia, e Invitalia, quest’ultima come soggetto attuatore. Da marzo a dicembre 2020, si sono svolte 104 sedute tra riunioni tecniche e riunioni del Tavolo Taranto con la partecipazione delle diverse amministrazioni pubbliche interessate ai vari interventi: Comune di Taranto, Asl, Marina Militare, Acquedotto Pugliese, Autorità di sistema portuale del Mar Ionio-porto di Taranto. Il risultato complessivo del “Cantiere Taranto” nell’anno 2020 – si legge in un report dell’ex sottosegretario Turco – ha visto la “movimentazione di nuovi investimenti pubblici per oltre 400milioni di euro, che si aggiungono ad oltre 1 miliardo di risorse finanziarie”. Questo miliardo di euro ha costituito il budget di partenza del contratto Taranto, derivato dalla riprogrammazione di fondi assegnati nel tempo e non spesi. (AGI)