L’ex bomber della Nazionale ha fatto tappa nel Salento in occasione dei festeggiamenti del suo 50° compleanno. «Spero e mi auguro che il Lecce quest’anno salga in Serie B». L’auspicio è di Beppe Signori. L’ex bomber della Nazionale ed ex capitano della Lazio domenica e lunedì ha fatto tappa nel Salento nell’ambito dei festeggiamenti del tour per il suo cinquantesimo compleanno (in programma sabato prossimo), che prossimamente sarà celebrato anche sui campi dove ha scritto la storia della Serie A: domenica in occasione di Bologna-Sassuolo al Dall’Ara, il 25 febbraio prima di Lazio-Juventus all’Olimpico di Roma e il 17 marzo durante Foggia-Cesena allo Zaccheria.
«L’anno prossimo – aggiunge Signori – tre squadre pugliesi potrebbero disputare lo stesso campionato e sarebbe gratificante per tutta la Puglia. Ricordo però che ai miei tempi due squadre su tre fra Lecce, Foggia e Bari erano sempre in Serie A, un anno una scendeva e l’altra risaliva. Io penso che sono queste le categorie dove dovrebbero stare le squadre pugliesi per la loro storia e per quello che hanno dato al calcio italiano in tutti questi anni».
Il vicecampione del mondo del 1994, quando l’Italia di Arrigo Sacchi perse solo ai rigori i Mondiali negli Stati Uniti, è stato accolto da tanto calore in occasione della sua “due giorni” nel Salento. Signori domenica mattina è stato preso d’assalto per fare foto e firmare autografi ai suoi fan nei locali di “Martinucci” a Specchia, mentre lunedì nella palestra “Planet Gym” del capoluogo salentino ha incontrato la squadra di calcio Deghi Lecce guidata dal “patron” Alberto Paglialunga.
Il doppio appuntamento è stato organizzato e fortemente voluto dalla palestra “Planet Gym” ed è stato reso possibile grazie all’impegno del director manager Andrea Scarpa in collaborazione con il suo staff di professionisti: Rita Gemma, Domenico Ungaro, Alessandro Sciurti, Mino Lombardo, Andrea Mininanni e Marcello Pellè. La maggior parte delle domande rivolte a Signori sono state formulate per avere maggiori delucidazioni su come facesse a tirare i rigori da fermo: una caratteristica che, negli anni novanta, ha fatto il giro del mondo. Un campione che tutti ancora oggi rispettano essendo il nono marcatore di sempre in Serie A con 188 reti e per essere stato tre volte capocannoniere in “A” e due volte in Coppa Italia. Un mancino micidiale, difficile da dimenticare.