ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA ALL’USURA: QUATTRO ARRESTI

Sequestrati beni per oltre 183mila euro. Ventuno in tutto gli indagati

Nella mattinata odierna – 12-9-2023 – i Finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Taranto, in collaborazione con militari del Nucleo PEF/G.I.C.O. di Lecce e con il supporto operativo di un elicottero della Sezione Aerea di Bari e delle unità cinofile, antidroga e del tipo “cash dog”, dei Comandi Provinciali di Bari, Lecce e Brindisi, hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal competente G.I.P. del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica salentina (Direzione Distrettuale Antimafia), applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 soggetti residenti a Laterza (TA) e del sequestro preventivo di beni per un importo di oltre 183 mila euro.

In carcere sono finiti Cosimo Sangiorgio, 45 anni, difeso dall’avvocato Salvatore Maggio;

L’avvocato Salvatore Maggio

Ignazio De Biasi, 50 anni; Maria Dell’Orco, 40 anni;  e Francesco Resta, 46 anni.

I ristretti sono gravemente indiziati, a vario titolo, delle ipotesi di reato di associazione per delinquere, estorsione pluriaggravata anche dal metodo mafioso, usura pluriaggravata e continuata e trasferimento fraudolento di valori.

Le pertinenti indagini, avviate nel 2019 e coordinate in ogni loro fase dalla Procura della Repubblica di Lecce/Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito alle Fiamme Gialle tarantine di rilevare, nel territorio di Laterza, presunte pratiche usurarie riferibili in parte a un’organizzazione del luogo, composta da 2 dei ristretti e da altri sodali non attinti dalla misura, e in parte ad altri soggetti, 2 dei quali oggi attinti da misura, operanti in concorso tra di loro.

Nello specifico, dalle indagini sarebbe emersa la concessione, da parte dei soggetti complessivamente interessati dalle indagini, di finanziamenti a tassi usurari nei confronti di famiglie e imprenditori di Laterza in stato di bisogno, con l’imposizione di tassi usurari fino al 300%, nonché la corresponsione di somme, a titolo di interessi, per oltre 183 mila euro.

In alcuni casi la condotta estorsiva tenuta da 2 soggetti, entrambi destinatari della misura cautelare custodiale e componenti della predetta organizzazione, sarebbe stata aggravata dal metodo mafioso, insito nelle minacce di ritorsioni e nelle aggressioni fisiche che sarebbero state attuate in danno di alcuni debitori inadempienti.

Alla luce di quanto emerso dalle indagini, il “modus operandi” adottato dall’organizzazione avrebbe previsto dapprima la dazione bonaria del denaro alla persona/imprenditore in stato di bisogno, al netto dell’interesse concordato, che sarebbe stato successivamente restituito mensilmente con tassi di interesse particolarmente elevati che non avrebbero consentito di sanare la posizione debitoria. A questo punto sarebbe intervenuta l’intimidazione, sulla cui efficacia l’organizzazione poteva contare grazie al carisma del suo leader e quindi, nei casi estremi, l’aggressione delle vittime. A garanzia del prestito, il beneficiario del finanziamento avrebbe consegnato assegni o cambiali firmate “in bianco”.

A riscontro delle evidenze investigative acquisite, il Gruppo della Guardia di Finanza di Taranto, il 24 giugno 2020, a Laterza (TA), ha sottoposto a sequestro nei confronti di 2 dei soggetti attinti dalla misura cautelare custodiale oltre 7 mila euro in contanti, nonché numerosi titoli di credito (assegni e cambiali), parte dei quali occultati all’interno di una lavatrice, per un ammontare complessivo di circa 230 mila euro.

Inoltre, per eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, due dei sodali attinti dalla misura avrebbero fittiziamente intestato a un soggetto “prestanome” (non attinto da misura) la titolarità di un’impresa di Laterza (TA) operante nel settore della distribuzione automatica di prodotti alimentari.

I Finanzieri jonici hanno dato attuazione al provvedimento cautelare anche sotto il profilo patrimoniale, eseguendo gli accertamenti finalizzati all’individuazione di beni e disponibilità finanziarie, riferibili a 3 dei ristretti, da sottoporre a sequestro preventivo per un importo di 183 mila euro, pari alle somme che avrebbero ricevuto, a titolo di interessi, dalle presunte vittime del reato.

Contestualmente all’esecuzione del provvedimento cautelare sono state eseguite 20 perquisizioni personali e locali nei confronti dei soggetti coinvolti a diverso titolo nelle indagini, residenti in diversi comuni delle provincie di Bari e di Taranto.

Nell’ambito del contesto investigativo in rassegna sarebbe stata anche rilevata l’operatività di una presunta organizzazione criminale, attiva tra Ginosa (TA) e Castellaneta (TA), non interessata dalla misura cautelare odierna, indiziata delle ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish e cocaina.

L’operazione di servizio, svolta in stretta sinergia con la Procura della Repubblica -D.D.A.- di Lecce, testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza di Taranto a contrasto dell’usura.

Per il principio di “presunzione di innocenza” la responsabilità delle persone sottoposte a indagini sarà definitivamente accertata solo ove intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.

 

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