ARCELOR-SINDACATI, FUMATA NERA SU CIG COVID

L'incontro si è chiuso senza accordo

Fumata nera nell’incontro di oggi tra ArcelorMittal e sindacati metalmeccanici circa la nuova fase di cassa integrazione Covid chiesta dall’azienda per circa 8100 addetti di Taranto come numero massimo dal 6 luglio. “L’incontro – annuncia ad AGI Francesco Brigati della Fiom Cgil – si é chiuso senza nessun accordo. Non c’erano proprio i margini per un’intesa. ArcelorMittal non ci ha fornito nemmeno alcuna proiezione e dettaglio sui lavoratori in cassa e stato degli impianti. Anzi – prosegue Brigati – ci hanno annunciato che la cassa Covid dovrebbe continuare sino a fine anno e intanto loro si preparano già con una procedura di cassa integrazione ordinaria che faranno partire dopo questa nuova proroga di cassa Covid se l’ammortizzatore sociale Covid non dovesse essere nel frattempo ancora disponibile. La nuova cassa ordinaria ce l’annunceranno 25 giorni prima dell’avvio”. “L’unica piccola cosa che siamo riusciti ad ottenere da un’azienda, altrimenti irremovibile, è stata che i lavoratori in cassa potranno programmarsi le due settimane di ferie estive e queste verranno retribuite in modo pieno. Difatto – aggiunge Brigati – è come se vi fosse una piccola integrazione”.

ArcelorMittal ha fornito ai sindacati anche alcuni dati sulla forza lavoro presente ora in fabbrica. In cassa integrazione Covid (sono in corso le cinque settimane di giugno) sono circa 3000 lavoratori, 3100 sono invece quelli presenti in fabbrica distribuiti sui tre turni, e la differenza, visto che l’organico di Taranto ammonta a 8200 addetti, è fatto da personale in ferie, malattie e riposi (7-800 persone quest’ultima quota). “Ci hanno poi annunciato – prosegue Brigati all’AGI – che alcuni cantieri per l’attuazione delle misure di risanamento ambientale Aia sono ripreso ed è il caso di cokerie, copertura dei nastri trasportatori, trattamento di acque reflue. Per l’indotto-appalto ora sono al lavoro circa 2100 unità”. “ArcelorMittal, infine – aggiunge ancora Brigati -, ci ha annunciato che il 27 luglio si ferma, per termine commesse di lavoro, l’impianto Produzione lamiere (Pla) che poi ripartirà a fine agosto. Il laminatoio a freddo (Laf), invece, resterà in produzione per altre quattro settimane”. Pla e Laf sono gli impianti che ArcelorMittal ha fatto ripartire nelle scorse settimane facendo rientrare il personale che era in cassa. Restano invece fermi, e lo sono da circa tre mesi ormai, altoforno 2 e acciaieria 1. (AGI)

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