Ennesima fumata nera oggi a Taranto nel confronto tra sindacati metalmeccanici e ArcelorMittal sulla cassa integrazione a Taranto. Lo dichiarano gli stessi sindacati, preannunciando ulteriori proteste a breve dopo gli scioperi del 4 settembre e di ieri nei reparti Produzione Lamiere e Laminatoio a Freddo.
“In data odierna – annunciano Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm – si è svolto l’incontro sulla proroga di cassa integrazione con causale Covid 19 e ancora una volta abbiamo riscontrato una chiusura da parte di ArcelorMittal rispetto alle nostre rivendicazioni”. “Lo spazio lasciato in bianco – proseguono i sindacati – è una chiara provocazione al governo che oltre ai soliti annunci lascia, di fatto, in balia delle onde il futuro di migliaia di lavoratori. Il Governo? Il grande assente in questa complicata vertenza” dicono ancora le sigle metalmeccaniche. Che poi annunciano: “Domani si riunirà il consiglio di fabbrica dei rsu di Fim, Fiom e Uilm di Arcelor Mittal e di appalto per intraprendere iniziative di mobilitazione”.
Qualche giorno fa ArcelorMittal ha annunciato che dal 14 settembre, e per 9 settimane, prorogherà la cassa integrazione Covid a Taranto, chiesta per un numero massimo di 8100 dipendenti di cui circa 5mila solo operai.
A Taranto la cassa Covid è già in corso, con la stessa richiesta numerica, dalla metà dello scorso marzo, a seguito dell’insorgere della pandemia, mentre a luglio 2019 e sino a metà marzo 2020 c’è stata ininterrottamente la cassa integrazione ordinaria per crisi di mercato, prorogata di 13 settimane in 13 settimane, e chiesta per un massimo di 1200 dipendenti. Sul ricorso alla cig, ArcelorMittal e sindacati non si sono mai accordati. (AGI)
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