“ARCELOR, NESSUN INTERESSE PER I LAVORATORI”

La dura nota della Fiom Cgil
 “ArcelorMittal non mostra alcun interesse verso il territorio e i lavoratori”. Lo dice oggi la Fiom Cgil con Francesco Brigati a pochi giorni dagli scioperi del 4 e 7 settembre in fabbrica a Taranto. E circa il riassetto della società, sul quale è in corso la trattativa, “Invitalia – afferma la Fiom – entrerà nel capitale sociale di ArcelorMittal, che ancora non è proprietaria degli stabilimenti del gruppo ex Ilva”. Secondo Fiom, la multinazionale “che non paga nemmeno il fitto, avrebbe una consistente quantita di liquidità rinveniente da Invitalia con un piano industriale che prevede esuberi e ridimensionamenti importanti”. “Noi non accetteremo nessun ridimensionamento e il Governo – sostiene Brigati – deve dare risposte certe per il futuro dello stabilimento di Taranto sia sul versante ambientale che occupazionale”.
La Fiom critica anche il Governo “che sembra traccheggiare in assenza di un piano industriale e ambientale che possa rilanciare seriamente lo stabilimento siderurgico di Taranto”. “Si continua a vivere una fase di incertezza all’interno dello stabilimento siderurgico – rileva la Fiom – e ci sono migliaia di lavoratori collocati in cassa integrazione e le attività manutentive, su impianti che richiederebbero una programmazione di interventi, in alcuni casi anche strutturali, sono ferme”.  Brigati dichiara che “la Fiom Cgil, a più riprese, ha inoltrato alla gestione commissariale di Ilva in amministrazione straordinaria”, proprietaria degli stabilimenti mentre Mittal è gestore in fitto, “una relazione dettagliata in merito alle criticità presenti in tutto lo stabilimento che ad oggi, in assenza di interventi e di lavoratori delle manutenzioni centrali e di zona collocati in cassa integrazione, stanno determinando di fatto un peggioramento degli impianti in marcia”.
“Siamo ancora in attesa del riscontro di Ilva in as in merito alle perizie avvenute sugli impianti” rileva la Fiom.  “Il prossimo 2 settembre il Governo, tramite il sottosegretario Turco – dichiara la Fiom -, ha convocato Confindustria e ArcelorMittal per affrontare il tema dell’indotto ex Ilva escludendo, ancora una volta, le organizzazioni sindacali che rappresentano migliaia di lavoratori, i primi ad aver subito licenziamenti e perdite consistenti sul salario e sui diritti”.
“Un tema che avremmo voluto affrontare con Governo, Confindustria e la multinazionale – sostiene la Fiom Cgil -, è la questione del dumping contrattuale con cui si riducono salari e diritti dei lavoratori a beneficio di imprese multiservizi e di ArcelorMittal”.
Questo, conclude il sindacato, “a discapito della qualità del lavoro e della sicurezza in un luogo di lavoro ad alto rischio di infortuni”. Fiom infine annuncia che programmerà “delle iniziative per impedire che ci sia una rincorsa al ribasso sugli appalti da assegnare e che notoriamente si ripercuote sul costo del lavoro e sulla sicurezza dei lavoratori”. (AGI)
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