APPALTO ARCELORMITTAL, SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA

La Fim-Cisl: «Garantire occupazione, professionalità e sicurezza a tutti i lavoratori»

In vista del cambio di imprese nell’appalto servizi e pulizie di ArcelorMittal al siderurgico di Taranto, la Fim Cisl chiede un incontro alla direzione “ma soprattutto chiediamo a tutte le nuove aziende appaltatrici subentranti di farsi carico del personale attualmente in forza”.
Lo sollecita con una nota “dopo il mancato accordo sul licenziamento avviato dal gruppo Castiglia per 201 dei 264 dipendenti impiegati nel siderurgico”. Da un incontro ieri tra sindacati e azienda Castiglia è emerso che, oltre ai 201 licenziati, “ci sono ulteriori 100 contratti in scadenza tra settembre e ottobre 2019”.
Nell’ambito della razionalizzazione di ArcelorMittal, prosegue il sindacato, la Castiglia di Massafra, “presente nell’ex Ilva da oltre dieci anni con circa 400 dipendenti”, già danneggiata da “mancati pagamenti di Ilva Spa (prima del commissariamento), è costretta a lasciare a fine settembre.
Dall’1 ottobre subentreranno Alliance Green Service Italia, Ecologica spa, Evoluzione ecologica, Mad, Ags Italia e Sea”.

USB TARANTO – “Si sta attuando una mattanza nell’indotto locale che coinvolge direttamente le aziende in appalto allo stabilimento ex Ilva gestito da ArcelorMittal. Nel cambio di appalto aziende come Castiglia, Quadrato, Chemipul e Sodexo, che impiegano in totale circa 1000 unità, si rischia di perdere sino a 500 posti di lavoro a causa dei numerosi contratti in scadenza che, appunto, con le aziende che perdono gli appalti, non vengono riconfermati. L’indebolimento dell’indotto locale gioca a favore della Alliance Green Services, una società di servizi controllata dalla stessa ArcelorMittal”.

“Ribadiamo quanto già detto pochi giorni fa proprio su questo argomento, e cioè – dichiara Francesco Rizzo, coordinatore provinciale dell’USB Taranto – che contro gli accordi stipulati e contro tutti i proclami, ArcelorMittal persegue il suo progetto di azzeramento delle aziende dell’indotto, e questo è solo l’inizio. Massimizzare il profitto e minimizzare i costi porta solo al ribasso in termini di sicurezza e diritti dei lavoratori. Al sindaco di Taranto e al Presidente di Confindustria Taranto diciamo in maniera chiara che c’è bisogno di intervenire vigorosamente ed in tempi immediati a tutela dei lavoratori e delle aziende locali. Questa situazione può avere un impatto sociale devastante perché con l’esclusione dall’appalto di aziende storiche andiamo incontro al collasso della già debole economia locale”.

Primopiano