Il decreto Venezia-Grandi Navi, convertito oggi in legge dalla Camera, che contiene la previsione di 705 milioni di euro “per assicurare la continuità del funzionamento produttivo” dell’impianto siderurgico di Taranto della società Ilva, ora Acciaierie d’Italia, “è stata la goccia che già fatto traboccare il vaso”. Lo dichiara ad AGI il deputato Giovanni Vianello di Taranto, che oggi ha abbandonato il gruppo M5S alla Camera (Vianello era stato eletto nel 2018 ed è alla sua prima legislatura).
Secondo Vianello, “il movimento Cinque Stelle ha completamente lasciato l’ambiente. Non si interessa più. Il capo politico non dice nulla su questo, non interviene benchè sollecitato dai parlamentari e quindi si vota a favore degli ecoreati, dello stoccaggio della CO2, degli inceneritori”. (AGI) “Avevo già già votato contro il decreto Semplificazioni dove ci sono norme sullo stoccaggio della C02 e sugli inceneritori – ricorda Vianello – avevo votato contro anche sulla riforma giustizia nella parte relativa alla delega penale perchè si mettono a serio rischio i processi per reati ambientali e Taranto ben conosce questa storia col processo Ambiente Svenduto per l’inquinamento causato dall’Ilva”. “Avevo chiesto – rileva Vianello – che i processi in materia ambiente fossero messi al riparo da una sorta di “taglione”, avevo chiesto di portare gli ecoreati tra quei reati che, come quelli di mafia, non corrono il rischio di improcedibilità. Invece, nulla”.
“Che poi sembrano vicende diverse mentre in realtà molte cose girano attorno all’Ilva” aggiunge Vianello. Per l’ex pentastellato, “non c’era una situazione di mio malessere nei Cinque Stelle. Mi rendo invece conto che il movimento Cinque Stelle ha completamente lasciato l’ambiente. Non si interessa più. Il capo politico non dice nulla su questo, non interviene benchè sollecitato dai parlamentari e quindi si vota a favore degli ecoreati, dello stoccaggio della CO2, degli inceneritori”.
“Addirittura l’emendamento al Senato che, all’interno del decreto Grandi Navi-Venezia, ha previsto queste risorse per Ilva, è stato presentato da un parlamentare dell’M5S. Ma dico: ma stiamo davvero scherzando? E pensare – aggiunge Vianello – che Patuanelli, quando era ministro dello Sviluppo economico, ci diceva: sono d’accordo con voi, l’area a caldo di Ilva va chiusa, lavoreremo per questo. Eppoi che accade? Che Patuanelli per stare dietro al Pd, continua a sostenere Ilva e così a Taranto ci teniamo la fabbrica che inquina e per di più, che va avanti con i soldi pubblici. E il pubblico si carica anche i debiti – aggiunge Vianello -. Davvero una grande rivoluzione”. Adesso, annuncia Vianello ad AGI, “vado nel gruppo misto, ma non ho nessuna idea del futuro. Verso di me è stato messo in campo un vero e proprio atteggiamento ostruzionistico. In commissione, per in question time sulla perdita di gas metano dalle centrali e dalla rete, le cosiddette emissioni fuggitive, che sono un grosso problema, mi hanno persino tolto la prima firma, la mia, dall’interrogazione”.
Giovanni Vianello è il terzo deputato di Taranto che lascia M5S dei cinque eletti nel febbraio 2018. Aveva già lasciato l’M5S nel 2019, sempre per il dissidio sulla questione Ilva, la deputata Rosalba De Giorgi. In seguito è andata via anche la deputata Alessandra Ermellino, anche lei eletta a Taranto. (AGI)
TA1/MGM
Secondo Vianello, “il movimento Cinque Stelle ha completamente lasciato l’ambiente. Non si interessa più. Il capo politico non dice nulla su questo, non interviene benchè sollecitato dai parlamentari e quindi si vota a favore degli ecoreati, dello stoccaggio della CO2, degli inceneritori”. (AGI) “Avevo già già votato contro il decreto Semplificazioni dove ci sono norme sullo stoccaggio della C02 e sugli inceneritori – ricorda Vianello – avevo votato contro anche sulla riforma giustizia nella parte relativa alla delega penale perchè si mettono a serio rischio i processi per reati ambientali e Taranto ben conosce questa storia col processo Ambiente Svenduto per l’inquinamento causato dall’Ilva”. “Avevo chiesto – rileva Vianello – che i processi in materia ambiente fossero messi al riparo da una sorta di “taglione”, avevo chiesto di portare gli ecoreati tra quei reati che, come quelli di mafia, non corrono il rischio di improcedibilità. Invece, nulla”.
“Che poi sembrano vicende diverse mentre in realtà molte cose girano attorno all’Ilva” aggiunge Vianello. Per l’ex pentastellato, “non c’era una situazione di mio malessere nei Cinque Stelle. Mi rendo invece conto che il movimento Cinque Stelle ha completamente lasciato l’ambiente. Non si interessa più. Il capo politico non dice nulla su questo, non interviene benchè sollecitato dai parlamentari e quindi si vota a favore degli ecoreati, dello stoccaggio della CO2, degli inceneritori”.
“Addirittura l’emendamento al Senato che, all’interno del decreto Grandi Navi-Venezia, ha previsto queste risorse per Ilva, è stato presentato da un parlamentare dell’M5S. Ma dico: ma stiamo davvero scherzando? E pensare – aggiunge Vianello – che Patuanelli, quando era ministro dello Sviluppo economico, ci diceva: sono d’accordo con voi, l’area a caldo di Ilva va chiusa, lavoreremo per questo. Eppoi che accade? Che Patuanelli per stare dietro al Pd, continua a sostenere Ilva e così a Taranto ci teniamo la fabbrica che inquina e per di più, che va avanti con i soldi pubblici. E il pubblico si carica anche i debiti – aggiunge Vianello -. Davvero una grande rivoluzione”. Adesso, annuncia Vianello ad AGI, “vado nel gruppo misto, ma non ho nessuna idea del futuro. Verso di me è stato messo in campo un vero e proprio atteggiamento ostruzionistico. In commissione, per in question time sulla perdita di gas metano dalle centrali e dalla rete, le cosiddette emissioni fuggitive, che sono un grosso problema, mi hanno persino tolto la prima firma, la mia, dall’interrogazione”.
Giovanni Vianello è il terzo deputato di Taranto che lascia M5S dei cinque eletti nel febbraio 2018. Aveva già lasciato l’M5S nel 2019, sempre per il dissidio sulla questione Ilva, la deputata Rosalba De Giorgi. In seguito è andata via anche la deputata Alessandra Ermellino, anche lei eletta a Taranto. (AGI)
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