Disco verde per Martino Tamburrano, ex presidente della Provincia jonica arrestato a marzo dello scorso anno insieme al dirigente Lorenzo Natile e gli imprenditori Pasquale Lonoce e Roberto Natalino Venuto per il presunto giro di mazzette versate dalla società di Venuti in favore (tramite, secondo l’accusa, l’imprenditore di San Marzano, Lonoce).
Il tribunale di Taranto ha revocato gli arresti domiciliari nei confronti dello stesso Tamburrano e degli altri 3 imputati accogliendo la richiesta presentata dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone e dal sostituto Enrico Bruschi che hanno chiesto e ottenuto l’obbligo di dimora per tutti. I quattro erano stati arrestati a marzo dello scorso anno e dopo alcuni mesi avevano ottenuto gli arresti domiciliari: dopo quasi 15 mesi tra carcere e domiciliari, quindi, i quattro hanno ottenuto nuovamente la libertà seppure con le limitazioni legate alla nuova misura che prevede di non allontanarsi dal comune nel quale abitualmente vivono. È stata la stessa Procura a chiedere la sostituzione della misura: le esigenze cautelari si sono attenuate per la buona condotta dimostrata in questi mesi dai quattro e anche per l’avvenuta esecuzione lo scorso 7 maggio del sequestro da 28 milioni di euro eseguito dai finanzieri. Decisivi dunque il venir meno dei pericoli di inquinamento delle prove e il blocco di numerosi beni. Venuti avrebbe versato 5mila euro al mese all’ex presidente che, per favorire la società, avrebbe ribaltato il parere negativo del comitato tecnico scientifico ottenendo l’ampliamento della discarica che garantiva all’impresa entrate per circa 1 milione di euro al mese: nel periodo di gestione dell’impianto, quindi, la società Linea Ambiente avrebbe ottenuto un ricavo di ben 26 milioni di euro. Altri 2 milioni di euro, invece, sono stati sequestrati alla società gestite di fatto dall’imprenditore tarantino Lonoce: per l’accusa, le società di quest’ultimo presentavano a Linea ambiente fatture gonfiate, per operazioni talvolta inesistenti, necessarie per creare i fondi neri che consentivano il pagamento delle mazzette.
Quanto al processo, si registra lo slittamento dopo l’ultima udienza in quanto due giudici del collegio giudicante sono stati trasferiti perché destinati ad altri incarichi.