Manca poco più di un mese all’avvio del progetto di raccolta differenziata a Taranto eppure all’interno dell’azienda che dovrebbe sovrintendere il delicato processo, e soprattutto all’interno di quel luogo di lavoro che ogni giorno è animato da centinaia di operatori, nulla si sa. Non abbiamo avuto nessun interlocuzione sul progetto di raccolta differenziata con la municipalizzata all’igiene urbana, non ci è stato illustrato il piano per la raccolta, e cosa più grave non siamo in grado onestamente di capire con quali mezzi umani e materiali questo cambio epocale verso la civiltà dovrà essere realizzato.
A porre la questione è il componente della segreteria provinciale della FP CGIL, Mimmo Sardelli, seriamente preoccupato sul futuro di un’azione attesa con ansia da molti.
L’AMIU che tanto si sta impegnando a porre in essere una meritoria attività di pulizia straordinaria di molti quartieri della città, utilizzando non solo dipendenti AMIU, ma anche operai di una cooperativa sociale – dice Sardelli – rischia di vanificare ogni sforzo lavorando più su una operazione di maquillage e non su una duratura condizione di dignità e decoro delle vie cittadine.
Senza una campagna in grado di rieducare i cittadini, partendo appunto dall’urgenza di differenziare – continua l’esponente della FP CGIL – rischieremmo di ritrovarci invasi da spazzatura nel giro di poche settimane.
Insieme all’approccio con i cittadini-utenti, Sardelli rivendica inoltre una mancata collaborazione fattiva e costruttiva con i protagonisti del cambiamento auspicato.
L’AMIU non si preoccupa assolutamente di rendere i lavoratori partecipi di questo processo – afferma Sardelli – e dopo aver lasciato cadere ogni richiesta di confronto, oggi si appresta (la data di avvio del servizio è prevista per il mese di ottobre – ndr) a varare la differenziata senza mai aver chiesto informazioni più dettagliate agli operatori che ogni giorno percorrono migliaia di chilometri cittadini e conoscono le zone d’ombre di un servizio che già in assenza di un’azione evoluta come la selezione e il controllo del conferimento è reso con grande difficoltà e con grande sacrificio da parte di tutti i lavoratori.
Nessuna alleanza dunque con i lavoratori che al contrario, secondo la CGIL, vengono sottoposti ad ulteriori controlli.
Oltre a quelli già previsti dal personale in organigramma e contrattualmente riconosciuto – scrive Sardelli – a fine agosto la direzione AMIU ha inteso “inventare” una ulteriore figura professionale incaricata di un ulteriore “monitoraggio” sui disservizi e in grado di “segnalare” anche in via informale la società.
Ciò, potrebbe porre in essere le condizioni per rivendicazioni di inquadramenti contrattuali superiori con contestuale aggravio del costo del lavoro e relativo danno erariale; al tal riguardo, giova ricordare che Amiu spa è soggetto al controllo analogo del Comune di Taranto e quindi soggetta alla giurisdizione contabile della Corte dei Conti.
Esistono già dipendenti dell’azienda incaricati a questo servizio – spiega il sindacalista – e quindi questi verrebbero sostituiti o demansionati? E poi perché scegliere proprio un dirigente sindacale che per ruolo e funzione dovrebbe rimanere dalla parte dei lavoratori e non da quella opposta?