Aldo Moro, uomo di sapere e di fede. In occasione del 41° anniversario della sua morte (9 maggio 1978), ieri sera, presso Masseria Belvedere, il circolo culturale “Carlo Schiavone” ha ricordato la straordinaria figura dell’uomo, dello statista e della sua tragica vicenda di prigionia e morte. Un modo per porre l’accento sul messaggio e sull’eredità morale che il grande statista ha voluto lasciare alle generazioni future.
Toccante la testimonianza di persone che hanno studiato il suo caso, come il senatore Piero Liuzzi, giornalista e componente della Commissione Parlamentare d’inchiesta al riguardo e il Procuratore Capo di Lagonegro (Pz), Gianfranco Donadio, consulente giuridico nella stessa Commissione Parlamentare d’inchiesta.
Durante la serata è intervenuto anche Vinicio Aquaro, scrittore e saggista, che ha conosciuto personalmente Aldo Moro. Sono state lette le sue lettere, vibranti di umanità e che fanno amare Moro, come un “Ecce Homo”, una figura cristologica, destinata al sacrificio supremo. Hanno partecipato alla serata anche monsignor Claudio Maniago, vescovo della Diocesi di Castellaneta, presidente nazionale del Centro di Azione Liturgica, membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e don Sario Chiarelli, giudice presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale e docente universitario di Diritto Canonico presso la Facoltà Teologica Pugliese, nonché arciprete della chiesa Santa Maria Assunta in Mottola.
I saluti iniziali sono stati affidati a Vito Fumarola, storico dell’arte e archeologo, direttore della locale biblioteca comunale. Ha moderato la presidente del circolo che organizza l’evento, Mina Panaro, che ha dato voce anche ad alcune righe tratte dalle lettere di Aldo Moro, scritte durante la sua prigionia.
Un’iniziativa resa possibile grazie anche all’Ordine degli Avvocati di Taranto, alla Fondazione Scuola Forense di Taranto nonché all’associazione L.A.T.O.G.A., rappresentata dal suo presidente Nicola Greco per i saluti istituzionali.