Battuta d’arresto per la riconversione industriale dello stabilimento Albini, a Mottola, nel Tarantino. Dal tessile (produzione di tessuto per camicie) a componenti elettrici e meccanici per la regolazione e il posizionamento di divani e poltrone. La Motion Italia, l’azienda che si era fatta avanti annunciando un investimento di 30 milioni di euro e garantendo la rioccupazione del personale, circa 100 unità attualmente in cassa integrazione sino a fine anno, si è tirata indietro.
“Abbiamo ricevuto nelle ultime ore – spiega ad AGI Francesco Bardinella della Filctem Cgil – una telefonata di Albini che ci informa che da parte della Motion Italia é arrivata una nota sia alla stessa azienda Albini sia alla Regione Puglia con cui si disimpegna dell’investimento di reindustrializzazione a Mottola. Noi, come sindacati, non abbiamo ricevuto questa lettera. Motion Italia ha motivato il passo indietro con le difficoltà del mercato, le incertezze generali dovute anche al protrarsi della guerra e il caro energia. Ma questo scenario – osserva Bardinella – c’era anche l’11 agosto quando abbiamo fatto l’ultimo incontro con la Regione e l’azienda ha confermato l’investimento a Mottola dandoci un ulteriore appuntamento per il 5 settembre”.
“Adesso – aggiunge Bardinella – chiederemo un incontro a tutte le parti in causa per verificare cosa è successo”.
“La Femca Cisl – dichiara il segretario Marcello De Marco – ha chiesto la riapertura urgente del tavolo regionale Sepac”, la task force lavoro della Regione Puglia, visto che “per il prossimo 5 settembre, azienda e sindacati si erano dati appuntamento per la definizione di un accordo di programma”. Per la Femca, “il primo obiettivo è prorogare il periodo di cassa integrazione per almeno per un altro anno e di spostare la vertenza al Mise, chiedendo l’intervento diretto e deciso del Ministero anche per capire quali potrebbero essere le vere ragioni del possibile dietrofront e se c’è ancora margine per riaprire la trattativa per la reindustrializzazione”. La Femca dichiara che Motion Italia ha, al momento, “due plant produttivi nel nord Vietnam e nel sud della Cina con 650 unità dipendenti totali”. “Con 34 milioni pianificati e la contestuale ricerca di partner industriali”, l’investimento nel Tarantino, rileva la Cisl, “sarebbe stato il suo primo plant europeo, per la realizzazione di meccanismi ed attuatori elettronici per la movimentazione delle sedute di poltrone e di divani al servizio di produttori europei del settore”. Motion, rileva infine la Cisl, collabora già “con i più importanti”. Albini, gruppo lombardo, ha già fermato da diversi mesi l’attività produttiva per crisi di mercato e messo in liquidazione la società Tessitura di Mottola.