Questa sera, dalle ore 17, presso l’auditorium della scuola “Rodari” in via Bachelet si torna a parlare della crisi del comparto agrumicolo, mettendo insieme gli attori del territorio, gli agrumicoltori ma anche gli agronomi, le associazioni di categoria e tutte le istituzioni.
Invitati dal primo cittadino Domiziano Lasigna, tutti i sindaci dei comuni del versante occidentale e le associazioni di categoria. A chiudere l’assemblea saranno Giovanni Gugliotti presidente della Provincia di Taranto e il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano.
L’occasione sarà utile per presentare, con l’ausilio di alcuni agronomi locali, la proposta del nuovo disciplinare marchio Dop.
“Palagiano – spiega il sindaco Lasigna – è in prima linea, insieme alle altre comunità, a costruire con gli agricoltori nuovi percorsi basati su ascolto, approfondimento e azione. I processi avviati hanno come unico obiettivo la tutela del nostro prodotto e la difesa dei nostri produttori lungo tutta la filiera agrumicola. Chi oggi lavora a dividere e a isolare non sta facendo il bene degli agricoltori, non lavora a soluzioni possibili”.
Un appuntamento, quello odierno, già annunciato nell’incontro tenutosi nei giorni scorsi, nell’aula consiliare, che ha visto allo stesso tavolo, Lasigna, Quarto e Maria Rosaria Borracci, sindaco di Palagianello, gli imprenditori agrumicoli Floriano Convertino e Vincenzo Stellaccio, ma anche Alfonso Cavallo e Aldo Raffaele De Sario, presidente e direttore di Coldiretti Taranto, promotori dell’iniziativa.
Dagli interventi di questi ultimi è emersa “la necessità di iniziare a costruire sul territorio un percorso condiviso, in cui ognuno debba fare la sua parte. Serve un gioco di squadra. Divisi non si va da nessuna parte”. Da dove partire? “Iniziando a identificarsi e diversificarsi sul territorio – ha detto il presidente Cavallo -. In un mercato globalizzato dove prevale la concorrenza sleale, non regolamentata da leggi, bisogna puntare sulla qualità del prodotto e sulla sua promozione, investendo anche negli accordi di filiera che possono rappresentare il primo passo per diversificarsi sul mercato”, così come evidenziato anche da Francesco D’Onghia, presidente sezione Coldiretti Mottola.
Poi, la necessità, rimarcata anche dal direttore De Sario di battersi perché in Europa, relativamente alla commercializzazione del prodotto, ci sia il rispetto delle leggi: “Diversamente, non c’è qualità del prodotto o competitività che tenga. Pensiamo alle importazioni selvagge contro cui Coldiretti si è sempre battuta. Negli ultimi due mesi, il prodotto del Marocco, triangolando per la Spagna, è arrivato in Europa e, solo per esserci entrato, è diventato europeo. 170mila quintali di agrumi marocchini venduti per prodotto europeo”.
E, ancora, il bisogno di risorse, che aiutino i produttori a rinnovare le strutture, a provvedere ai cambi varietali del prodotto, a investire nella promozione dello stesso. Ma necessita fare rete e condividere lo stesso percorso e le stesse strategie.
Concordi anche i sindaci Quarto e Borracci nel sottolineare come sia “fondamentale continuare ad incontrarsi ai tavoli istituzionali che aprono il fronte e allargano il confronto”.
“Per la ripresa del comparto – ha rimarcato Lasigna – non esiste un’unica soluzione. Occorre rivedere i disciplinari dei marchi di qualità. Necessita puntare alla cooperazione, alla promozione e portare la voce degli agricoltori non solo all’attenzione della politica regionale e nazionale, ma anche all’attenzione della politica europea. Bisogna investire sull’identità territoriale, credendo nella qualità imbattibile del prodotto”.