ACCIAIERIE, MANCATO ACCORDO AZIENDA-SINDACATI

BENAGLIA: "OCCASIONE PERSA". FIOM: "TUTELIAMO I LAVORATORI IN AS"

Salta la trattativa per la cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia, ex Ilva. Riunione finita al ministero del Lavoro col mancato accordo. “Il mancato accordo per Acciaierie d’Italia è davvero una occasione persa”. Lo dice ad AGI il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia, dopo il fallimento del confronto di oggi al ministero del Lavoro. “Adesso tocca all’azienda dimostrare di essere in grado di fare i 5,7 milioni di tonnellate di acciaio che ha annunciato, altrimenti se ciò non dovesse avvenire, chiederemo che siano sostituiti i manager e i dirigenti”, aggiunge Benaglia. Abbiamo discusso per ore oggi al ministero del Lavoro ma purtroppo la trattativa sulla cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia si è chiusa col mancato accordo. Adesso succede che l’azienda applicherà in modo unilaterale come ha sempre fatto la cassa straordinaria”, osserva Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl. “Nonostante tanto discutere – spiega – non siamo riusciti ad avvicinare le posizioni. Il punto di attrito è stato che loro, come azienda, volevano collegare la cassa straordinaria non solo al piano ma a un periodo di tre anni e non a un anno come noi avevamo chiesto. Inoltre, l’azienda subordinava la piena occupazione non ai 6 milioni di tonnellate, che sono quanto indicato nell’accordo di settembre 2018 al Mise che per noi resta valido, ma ad 8 milioni di tonnellate. La cosa singolare è che Acciaierie d’Italia ha detto al tavolo che queste cose ce le ha già scritte nella lettera di avvio della procedura della cassa straordinaria. Tesi davvero singolare quella aziendale. Non è che un’azienda scrive delle cose e queste poi sono applicate automaticamente. Altrimenti, se così fosse, a cosa serve la trattativa. Evidentemente – conclude D’Alò – questo è il ragionamento di chi sino a oggi ha fatto sempre tutto unilateralmente senza confronto alcuno col sindacato”.

“Dopo una lunga e approfondita discussione, il ministero del Lavoro, preso atto della indisponibilità dei sindacati, ha annunciato che proseguirà con l’ammortizzatore sociale con un mancato accordo”. Lo dice la Fiom Cgil in una comunicazione ai lavoratori di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, dopo lo stop alla trattativa sulla cassa integrazione straordinaria. Per la Fiom, “l’incontro sulla cigs si è concluso con nulla di fatto. Abbiamo puntato su un periodo transitorio di un anno ma le parti sono rimaste distanti sulla prospettiva industriale e occupazionale”. Sulla cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia, ex Ilva, la Fiom Cgil “ha riconfermato la disponibilità ad un accordo di transizione per 12 mesi, considerando la straordinarietà e l’incertezza del contesto, senza mettere in discussione l’accordo del 2018 e la piena occupazione” ma l’azienda “ha invece introdotto elementi che avrebbero predeterminato il futuro confronto sul piano industriale e occupazionale”. Lo dichiarano Francesca Re David e Gianni Venturi, rispettivamente segretario generale Fiom Cgil e segretario nazionale, dopo il fallimento della trattativa di oggi al ministero del Lavoro.  “Non si può ipotizzare il ricorso ad uno strumento per 12 mesi e prevedere il rientro dei lavoratori nel 2025 vincolato ad una risalita produttiva diversa da quella definita nel 2018″, affermano Re David e Venturi. “Si è persa l’occasione di affrontare una fase di transizione così delicata e complessa con adeguate relazioni sindacali”, aggiungono.

Per la Fiom, “una gestione unilaterale della cassa integrazione straordinaria comporta, a maggior ragione, una verifica stringente sull’uso corretto dello strumento, a partire dalle rotazioni e dal rapporto fra risalita produttiva e organici. Diventa sempre più urgente l’avvio del tavolo con il Governo sui futuri assetti societari e sui contenuti e sui tempi del piano industriale e ambientale”, dice la Fiom. “Resta per noi punto fermo la piena occupazione e la salvaguardia dei lavoratori in amministrazione straordinaria”, concludono i vertici nazionali dei metalmeccanici Cgil. (AGI)

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