“ACCIAIERIE, AL MOMENTO NON C’E’ POSSIBILITA’ DI ACCORDO”

L'ESITO DELLE NEGOZIAZIONI SULLA CIGS. SI RIPRENDE LUNEDI'

“Al momento non ci sono le condizioni per arrivare a un accordo sulla cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia”. La Fiom Cgil, presente al ministero del Lavoro col segretario nazionale Gianni Venturi, affida a poche battute il suo giudizio sulla trattativa per ex Ilva. L’azienda ha chiesto la cassa integrazione straordinaria per un anno, per ristrutturazione industriale, per 3.000 dipendenti di cui 2500 a Taranto con partenza lunedì prossimo. In fase di discussione l’azienda ha ridotto la richiesta di cassa a 2.800 unità. Fonti vicine alla Fiom specificano che lunedì, alla ripresa al ministero, bisogna capire se ci sono le condizioni per andare avanti.

La Fim Cisl, col segretario nazionale Valerio D’Aló, commenta che “ancora non ci sono le condizioni per un’intesa ma l’obiettivo resta quello di continuare a lavorare per dare una svolta alla vertenza dopo anni di stagnazione. Per la Fim Cisl, ad un aumento della produzione di acciaio come annunciato dall’azienda, deve corrispondere un minor ricorso agli ammortizzatori”. “Non fare un accordo oggi avrebbe come unico risultato quello di lasciare libere le mani all’azienda di fare come vuole” conclude D’Aló. Usb e Uilm (quest’ultima presente col coordinatore nazionale Guglielmo Gambardella) dichiarano insieme “l’assoluta contrarietà a discutere di strumenti che mettano in discussione il futuro occupazionale di oltre quattromila lavoratori appartenenti allo stabilimento di Taranto, compresi i dipendenti in carico all’amministrazione straordinaria, senza peraltro prevedere salvaguardia alcuna per i lavoratori dell’appalto-indotto”. Usb e Uilm “hanno preteso quindi il ritiro incondizionato della procedura di cigs come pregiudiziale per il prosieguo del confronto tra le parti”. “Restiamo fermamente ancorati, oggi più che mai, alle garanzie dell’accordo del 6 settembre 2018”, concludono.

Aggiornato a lunedì alle 10.30 il tavolo al ministero del Lavoro per la trattativa tra Acciaierie d’Italia e sindacati metalmeccanici sulla cassa integrazione straordinaria. Lo apprende AGI da fonti partecipanti al tavolo della trattativa. Nel tardo pomeriggio si è svolta una riunione ristretta che però non hanno fatto fare  sostanziali passi avanti alla trattativa. Dalla discussione sarebbe emersa una posizione più favorevole alla trattativa – sia pure in un quadro di condizioni chiare a partire dalla riduzione dei numeri dei cassintegrati – da parte della Fim Cisl. Uilm e Usb, invece, contrari alla cassa integrazione straordinaria. Ma già dall’avvio del confronto odierno era subito apparso chiaro che sarebbe stato difficile trovare un’intesa. Acciaierie d’Italia ha avanzato delle offerte alle parti sindacali, tra cui rotazione del personale e formazione dello stesso, subordinando all’accettazione di queste offerte una trattativa sui numeri, ma queste non sono state ritenute adeguate dalle sigle metalmeccaniche. Il ministero del Lavoro, dal canto suo, col segretario generale Andrea Bianchi, pur evidenziando che la cassa straordinaria é lo strumento tecnico che consente d fare la ristrutturazione per gli investimenti, ha invitato l’ex Ilva a dare garanzie sul fatto che non ci saranno esuberi e sull’apertura a relazioni industriali, visto che i precedenti ammortizzatori sociali (a Taranto la cassa, con diverse causali, è in atto da luglio 2019) sono stati applicati unilateralmente, senza il consenso dei sindacati. L’azienda, collegandola al piano di ristrutturazione industriale, ha chiesto la cassa integrazione straordinaria per un anno per 3.000 dipendenti di tutto il gruppo di cui 2.500 a Taranto. La cassa straordinaria è stata programmata come avvio proprio da lunedì prossimo. (AGI)

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