Saranno 13 i partner che affiancheranno il Comune di Taranto, il dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e il centro interdipartimentale “Magna Grecia” del Politecnico di Bari nella corsa per il terzo bando europeo legato all’iniziativa “Urban Innovative Actions”.
L’obiettivo era quello di costruire un ampio partenariato, necessario per dare gambe solide alla proposta progettuale con la quale Taranto si sta candidando a diventare un laboratorio di innovazione dedicato al controllo delle emissioni inquinanti e alla loro mitigazione. Ieri, a Palazzo di Città, c’è stato il primo confronto tra tutti gli attori coinvolti: i tre partner principali, insieme con privati e associazioni (profit e no profit) che hanno risposto alla “chiamata” dell’Amministrazione, hanno approfondito i temi dei “pacchetti di lavoro” previsti dal bando UIA (che scadrà il 30 marzo).
Condividendo un percorso a doppio binario: da una parte lavorare sul monitoraggio della qualità dell’aria in real time, dall’altra individuare azioni utili per mitigare le emissioni nocive e i loro effetti. Azioni che incideranno sull’intero tessuto urbano e, con particolare attenzione, sui quartieri dove la matrice inquinante è maggiormente avvertita. In questo quadro, verranno messe a sistema tutte le strumentazioni e le tecnologie disponibili: questa sinergia, di metodo e pratica, non ha precedenti in Italia e in Europa.
La proposta progettuale prevede anche la realizzazione di una cabina di regia “fisica” per seguire l’evoluzione del progetto: sarà individuato un’immobile di proprietà comunale da ristrutturare e destinare a smart lab, dove per i primi sei mesi saranno monitorati i progressi del progetto che, nella fase successiva di ricaduta sul territorio, alimenterà collaborazioni pubblico/privato utili a gemmare altri progetti.
«Siamo felici di aver trovato una risposta così ampia – il commento dell’assessore a Fondi Strategici, Società Partecipate ed Innovazione Massimiliano Motolese –, questo partenariato è una leva di grande importanza per mostrare all’Europa che Taranto ha voglia di investire nell’innovazione, trasformando un problema in un’occasione di sviluppo. Ora dovremo riversare la forza di questo “fronte” nella proposta progettuale, lavorando per trasformare l’etichetta #UIATaranto da virtuale a reale».
«L’obiettivo indicato è ambizioso – ha aggiunto l’assessore all’ambiente Rocco De Franchi –, perché rintracceremmo nello sviluppo, nella ricerca e nell’interazione gli antidoti all’immagine di città dei veleni. Vogliamo farlo, però, soprattutto perché il nostro non è un problema di esclusiva natura mediatica: noi dobbiamo migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini, e dobbiamo farlo con soluzioni che siano all’altezza dei tempi e del futuro che immaginiamo per Taranto».