AMBIENTE SVENDUTO, LA SENTENZA E I COMMENTI

TUTTE LE CONDANNE E LE ASSOLUZIONI

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Dopo la lettura della sentenza del processo Ambiente Svenduto vi proponiamo il testo integrale del dispositivo:

DISPOSITIVO PROC. RIVA + ALTRI

Questi alcuni dei commenti:

DE CARO ” SALVA” VENDOLA

“Io normalmente non commento le sentenze, soprattutto se non ho le sto le motivazioni. Ma sono convinto che che in questo percorso di giustizia Nicki Vendola sarà assolto”. Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro parlando a Sky Tg24. “Ho conosciuto Vendola come un Presidente di Regione attento al proprio territorio e alla propria comunità. E lo ricordo perché anche io un anno – ha detto ancora Decaro – ho lavorato in Regione Puglia fianco a fianco con il presidente Vendola e ricordo le sue battaglie per abbassare i livelli di diossina e di pm 10 delle aziende pugliesi e in particolare dell’Ilva, con l’introduzione di una norma – per la prima volta da parte di una regione italiana – sulla valutazione del rischio sanitario, che si aggiungeva alla valutazione del rischio ambientale. Per noi quei livelli previsti da una norma nazionale erano troppo alti, e con la valutazione di rischio sanitario si cercava di porre un limite a quelle emissioni. Sono sicuro che Vendola riuscirà a dimostrare la propria innocenza”, ha concluso. (ANSA).

FIOM CHEDE CERTEZZE
“Sarebbe davvero una beffa insopportabile se, dopo il danno, non diventasse possibile l’approdo ad una produzione ambientalmente sostenibile dell’acciaio nell’impianto di Taranto: condizione indispensabile per la sopravvivenza degli altri siti del gruppo e per le prospettive dell’intera industria manifatturiera italiana”. Lo affermano la segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David e il responsabile siderurgia del sindacato, Gianni Venturi, dopo la sentenza di oggi sull’inquinamento ambientale prodotto dall’impianto siderurgico Ex Ilva con la quale sono stati condannati Fabio e Nicola Riva. “E’ indispensabile – affermano in una nota – che il Governo e il Presidente del Consiglio rompano il silenzio e si assumano le responsabilità di dare una prospettiva certa alle produzioni e ai lavoratori dell’intero settore siderurgico”. “La sentenza – dicono – riconosce che diritti costituzionalmente tutelati come la salute e il lavoro, non possano essere piegati a logiche di puro profitto e chi li rappresenta, come da sempre fanno Fiom e Cgil, nella tutela collettiva ed individuale, sono agenti di una funzione a cui si arreca un ‘danno immediato e diretto’, nel momento in cui si determina una violazione dolosa di quelle tutele. Adesso occorre evitare che la confisca degli impianti, sia pure non esecutiva nella sentenza di primo grado, non pregiudichi la facoltà d’uso degli stessi e consenta di arrivare ad una rapida conclusione nel processo di transizione degli assetti societari previsti dagli accordi tra Invitalia e ArcelorMittal”. (ANSA).
TURCO: “SVOLTA STORICA”

“La sentenza della Corte d’assise di Taranto, che ha inflitto diverse condanne all’interno del processo ‘Ambiente svenduto’, attesta una volta per tutte il disastro provocato da 20 anni di cattiva gestione della più grande acciaieria d’Europa, sotto ogni punto di vista. Una sofferenza indicibile per Taranto e per i suoi cittadini che continuano ancora a subire gli effetti prodotti dalla situazione ambientale e sanitaria”. Lo sottolinea il senatore tarantino Mario Turco, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “La decisione giudiziaria, che prevede anche la confisca dell’area a caldo, obbliga il Governo – sostiene Turco – a rivedere qualunque prospettiva di continuità produttiva legata all’utilizzo del fossile, che non contempli la preventiva valutazione del danno sanitario e ambientale. Su quest’ultimo aspetto, sono diversi mesi che si attende che si completi l’iter di approvazione della proposta di legge, a mia prima firma, sulla Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS)”. La sentenza, conclude il senatore, “segna un percorso oramai obbligato verso la chiusura dell’area a caldo, nel segno della tanto invocata transizione ecologica. Allo stesso tempo è altrettanto importante continuare il percorso di riconversione economica di Taranto”. (ANSA).

FIM: “UN MODO ERAATO DI FARE INDUSTRIA”

“La sentenza di primo grado del processo Ambiente svenduto emessa oggi dalla Corte di Assise di Taranto individua precise responsabilità legate al disastro ambientale e alla dolosa mancanza di tutele sanitarie per i cittadini e per chi ha lavorato nel polo siderurgico della città. Si tratta di una pagina negativa del modo di fare industria che ha contrastato non solo con il bene comune e gli interessi della collettività, ma addirittura con il rispetto delle norme sanitarie e di legge”. Lo affermano il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia, e il responsabile Siderurgia Valerio D’Alò. “Crediamo come sindacato – aggiungono – che a maggior ragione oggi serva ricostruire nella trasparenza un patto nuovo tra azienda, lavoro e città, che abbia la priorità di rendere completamente sostenibili sul piano ambientale e sanitario le produzioni e finalizzi a tale obiettivo ogni investimento pubblico e privato. A tal fine vediamo con forte preoccupazione la confisca degli impianti disposta dalla magistratura”. Secondo i due esponenti della Fim, “le colpe del passato non devono ricadere sul futuro di Acciaierie d’Italia e del lavoro del polo siderurgico. Lanciamo un ulteriore forte allarme: tenere tante spade di Damocle sulla testa del polo siderurgico non aiuta a risolvere i nodi critici da cui passa la necessità di produrre acciaio verde nel prossimo futuro”. “Non ci arrendiamo – concludono – al fatto che lavoro e ambiente possono coesistere e avere un futuro anche a Taranto”. (ANSA).

STEFANO CREDE INNOCENZA VENDOLA

“Conosco Nichi Vendola come pubblico amministratore e come uomo e non posso che comprendere la sua reazione dopo aver dedicato la vita intera alle battaglie per la legalità e la vita. Le sentenze non si commentano mai, ma continuo a credere nella sua totale innocenza e onestà”. Così su Twitter il senatore del Pd Dario Stefàno, presidente della commissione Politiche europee a Palazzo Madama. (ANSA).

LE PAROLE DELL’ISDE

Il verdetto del 31 maggio 2021 espresso dalla Magistratura di Taranto ha riconosciuto i danni dell’inquinamento ambientale prodotto da ILVA attribuendo condanne penali ai fratelli Riva e a una serie di persone coinvolte nella “faccenda” ILVA e disponendo la confisca dell’area a caldo. I medici di Isde Taranto che in più occasioni hanno descritto ai vari tavoli istituzionali e politici la situazione sanitaria, sperano che questo sia un primo passo verso una soluzione definitiva che riporti la salute al primo posto.

La  città di Taranto è, di fatto, diventata ormai l’emblema delle tante, troppe battaglie, in atto nel Paese in difesa della salute e dell’ambiente. Non è più tollerabile che i cittadini e soprattutto  i bambini di questa città continuino ad essere i “Grandi Assenti” nell’agenda di chi ci governa. Ringraziamo la Magistratura che con questa sentenza ha dimostrato di tutelare l’ambiente e la salute come beni primari.

UNA CITTA’ PER CAMBIARE: GIORNATA STORICA

Oggi, 31 maggio 2021, è una giornata storica per la nostra città.
Dopo oltre un decennio di lotte per denunciare l’emergenza ambientale e sanitaria di Taranto, finalmente un Tribunale ha riconosciuto la colpevolezza di chi negli anni ci ha inquinato e ammazzato.
Esemplari le condanne a carico degli imputati che, dalla dirigenza della fabbrica alla politica, hanno gravissime responsabilità sul disastro ambientale perpetrato ai danni della nostra terra.
Il momento della lettura del dispositivo ci ha ripagati di tutte le battaglie che abbiamo affrontato in questi anni, fino alla perdita del posto di lavoro, come accaduto al consigliere Battista e ai tanti operai che accanto a lui hanno denunciato quanto accadeva all’interno del siderurgico.
Come ampiamente previsto, però, oggi è anche la giornata in cui tutti salgono sul carro dei vincitori.
Dal Sindaco Melucci, industrialista convinto, che si dichiara commosso per la sentenza, dimenticando di essere parte integrante di quel partito criminale che ha consentito, con ben 12 decreti, che l’Ilva continuasse a produrre acciaio e tumori; passando per il Governatore Emiliano che, eletto in seno allo stesso PD, dichiara trionfante che finalmente è stato accertato “…che i cittadini di Taranto hanno dovuto subire danni gravissimi da parte della gestione Ilva…”; infine, non certo per importanza, prendono parte al carnevale dell’ipocrisia le Organizzazioni Sindacali che, se in fabbrica difendono strenuamente la produzione ad ogni costo, nelle aule di giustizia si costituiscono parte civile, sia come organizzazioni che come singoli.
Siamo solo al primo grado di giudizio, abbiamo vinto un’importantissima battaglia che ha portato alla confisca degli impianti però la guerra è ancora lunga.  Restiamo, inoltre, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato che – ci auguriamo – tenga in considerazione le pesantissime responsabilità accertate questa mattina.
Noi, come sempre, saremo pronti a combattere in prima linea perché la città venga liberata da questo eco-mostro.
Massimo Battista e Rita Corvace
Una città per cambiare – Taranto

 

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