Aigi conferma la manifestazione preannunciata dalle imprese dell’indotto in programma domani 9 ottobre nei pressi di Acciaierie d’Italia. Il raduno è previsto alle 7 presso la portineria C dello stabilimento siderurgico dove è annunciata la presenza di circa 800 tra imprenditori e loro collaboratori. Prevista anche una massiccia presenza di mezzi: 50 tra tir e autogrù e 60 camion. Alle 8.30 dinanzi la portineria C è stata indetta una conferenza stampa. Subito dopo un corteo si muoverà verso la città diretto in Prefettura dove alle 13 è previsto l’incontro con il Prefetto Paola Dessì. I mezzi si fermeranno, invece, al Ponte di Pietra.
La manifestazione è stata indetta da Aigi alla luce delle notizie rilanciate da un quotidiano nazionale, non smentite dal Governo, del previsto ricorso all’amministrazione straordinaria e conseguente Newco. Un secondo “Bidone di Stato” che replicherebbe quanto già accaduto nel 2015 che è costato all’indotto di Taranto ben 150milioni di euro. Riproporre lo schema di 8 anni fa decreterebbe la fine dell’intera economia di Taranto perché l’ennesima amministrazione straordinaria non consentirebbe i tempi tecnici per la ripresa e metterebbe in ginocchio tutte le imprese. L’Italia perderebbe così definitivamente un asset strategico per la catena di approvvigionamenti dell’industria italiana.
Proprio ora che la fabbrica ha ottemperato, così come certificato, al 96 per cento delle prescrizioni ambientali previste dall’Autorizzazione Integrata Ambientale.
E anche per queste ragioni quello in programma domani non sarà un blocco dello stabilimento di cui le imprese dell’indotto, alcune già alla terza generazione, sono parte integrante e rappresentano la componente economica più importante della città.
Al contrario, l’iniziativa intende mandare un messaggio chiaro al Governo: la fabbrica che è stata dichiarata di rilevanza strategica nazionale va salvaguardata e rilanciata. Così come va rilanciata la produzione ecocompatibile autorizzata a sei milioni di tonnellate l’anno e vanno garantiti i crediti maturati dalle imprese e dai fornitori.
Insomma, qualunque sia il piano del Governo per il rilancio dello stabilimento, l’indotto deve essere salvaguardato e coinvolto dopo aver già pagato nel 2015 quando il Governo ha inflitto la perdita di 150 milioni di euro di crediti con il passaggio in amministrazione straordinaria dell’ex Ilva. Senza certezze le imprese rischiano di crollare non potendo garantire programmazione aziendale.
Dunque “no” all’amministrazione straordinaria nè alla Newco che porterebbe solo disastri.
Aigi è pronta ed ha già chiesto di essere parte attiva ad un tavolo di rilancio della grande fabbrica avendone le capacità tecniche ed operative.
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