L’agricoltura, comparto importante per l’economia jonica, è stata al centro di una conferenza tenuta questa mattina dal Movimento 5 Stelle e alla quale hanno preso parte Francesco Nevoli, portavoce del Movimento, il Professor Mario Turco, candidato al Senato, e l’imprenditore agricolo Giampaolo Cassese, candidato alla Camera.
“Approvare una legge che permetta alle aziende agricole, danneggiate da calamità naturali, di
estinguere i debiti fiscali, previdenziali e bancari, svalutandoli sulla base dei rapporti di settore
sulle sofferenze elaborati dalla Banca d’Italia e dilazionandoli in 15 anni; incentivare l’export
dei prodotti made in Italy, attraverso la costituzione di un’agenzia nazionale che favorisca
l’internazionalizzazione; garantire che i prodotti “alla pianta” vengano venduti ad un prezzo
equo, mediante controlli serrati in merito all’applicazione dei costi standard.
Sono queste, in sintesi, le misure di cui intendo farmi promotore, se sarò eletto senatore della
Repubblica, per aiutare uno dei comparti produttivi più rilevanti della provincia di Taranto,
quale è quello dell’agricoltura. Misure che questa mattina ho illustrato nel corso di una
conferenza stampa.
Un settore oggi piegato in due dalla crisi economica, dal calo inarrestabile dei prezzi e dal
sovraindebitamento delle imprese agricole. Basti pensare che sono circa 600 le aziende finite
all’asta in provincia di Taranto.
Nel 2012, il Parlamento ha cercato di rispondere alle esigenze dei coltivatori attraverso la legge
sull’accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento, ma il ricorso a tale strumento
si è rivelato insufficiente. Molte aziende, infatti, hanno avuto difficoltà a ristrutturare i debiti
maturati nei confronti delle banche, dell’Inps e del fisco.
Solo nel 2017, nonostante la crisi del settore fosse nota da anni, è stato presentato al Parlamento
un disegno di legge per salvare dal fallimento numerose aziende, ma quella norma non è stata
mai approvata. Inoltre, così come era congegnata, lasciava troppa discrezionalità alle banche e
non contemplava le problematiche fiscali e previdenziali. La mia proposta permette di superare
tali criticità nel complesso.
Facciamo un esempio: se l’azienda Rossi – vittima di calamità naturali – ha un debito pari a
100 euro, ma la Banca d’Italia, sulla scorta delle proprie statistiche, ha stabilito che quei crediti
abbiano subito una svalutazione del 40% nel corso degli anni, l’azienda Rossi dovrà pagare solo
60 euro ai propri debitori.
Questa misura, unitamente ai controlli sul rispetto dei costi standard e al sostegno all’export –
purtroppo ancora oggi non adeguato alle richieste del mercato extraeuropeo – potrà rilanciare
e dare vitalità al settore agricolo”.
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