“PICCOLA PATRIA NELLA MAGNA GRECIA”

Grottaglie: Filippo La Porta ospite della Città delle Ceramiche

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La splendida città delle ceramiche in questi giorni ha ospitato Filippo La Porta, saggista, critico letterario, linguista e scrittore candidato al Premio Presidi del libro “A. Leogrande” 2018.

Due sono stati gli incontri che lo hanno visto protagonista, il primo dei quali si è svolto il 18 febbraio presso la Biblioteca Civica Pignatelli di Grottaglie. L’iniziativa, promossa dalla Regione Puglia, Assessorato all’industria turistica e culturale in collaborazione con l’Associazione Presidi del libro, presentata dalla Prof.ssa Benny Greco, docente di Lettere presso l’I.C. “F.G. Pignatelli”, ha visto la presenza di numerosi ospiti: Elisabetta Dubla, Assessore P.I e Cultura Città di Grottaglie, Mauro Roussier Fusco, Presidente Rotary Club Grottaglie, Pasqualina Galeone  dell’Associazione Babele, Carmela Carrieri, docente dell’ I.C. “F.G. Pignatelli”, Cosimo Piro, docente del Liceo Artistico “V. Calò”, Piero Aresta, Presidente del Presidio del Libro Grottaglie.

Protagonista dell’incontro è stato Filippo La Porta, presentato con emozione ed affetto da un amico grottagliese, il Professor Ciro Galeone, docente presso l’I.C. Pignatelli, con il quale ha condiviso un’esperienza artistica, sebbene non prettamente letteraria, ma musicale, che risale al 6 agosto 2016, al concerto Jazz e letteratura sincopata, un grand tour musicale tra gli scrittori del Novecento”, tenuto nell’atrio del Castello Episcopio di Grottaglie, insieme al Maestro Marcello Rosa.

In modo semplice e allo stesso tempo accattivante, Filippo La Porta non si è limitato a presentare alcuni suoi libri, “Canone 2030” o “Di cosa stiamo parlando? Le frasi e i tic della lingua quotidiana”, ma ha affrontato temi importanti: la lettura e la letteratura, la relazione con gli altri e l’inclusione, la realtà e l’irrealtà, l’educazione. L’ autore ha sottolineato quanto sia importante intervenire sulla formazione dei ragazzi non solo con le parole, ma soprattutto con l’esempio, sempre rispettandone la personalità. Il pubblico presente ha avuto la possibilità di ascoltare, apprezzare e confrontarsi con il gradito ospite, che, il 19 febbraio, nell’auditorium “Carla Piccoli” ha incontrato gli alunni delle classi terze della Scuola Secondaria Pignatelli per intessere con loro una interessante conversazione sul significato e l’importanza del libro, della letteratura, che è “un’inchiesta sul senso e non senso della vita e che dà un contributo alla conoscenza del mondo”, e della lettura. L’autore ha dato ai ragazzi dei consigli riguardo la scelta dei libri, che definisce “una telecamera mentale”, in quanto permettono al lettore di entrare in altri mondi “senza effetti collaterali e senza controindicazioni”, e dei suggerimenti da seguire nella scrittura per esprimere al meglio e con precisione le proprie emozioni, sottolineando come “la lingua e la cultura siano le uniche armi che permettono al genere umano di difendersi e di distinguersi come tale” e che sia la lettura che la scrittura devono partire da qualcosa che sta a cuore, che interessa. La lettura, inoltre, “è un momento di raccoglimento, di conoscenza concettuale e, quindi, di riflessione diventando, in tal modo, uno strumento di dialogo con noi stessi”.

Interessanti e coinvolgenti sono state le spiegazioni, ricche anche di riferimenti storici o legati alla vita familiare e quotidiana dell’autore stesso, di alcuni tic della lingua quotidiana, che sono “i sintomi di una malattia sociale, della mentalità del tempo”, ognuno dei quali corrisponde ad un evidente tic comportamentale che il critico non condanna completamente, ma invita ad un uso moderato, in quanto è importante conoscere la lingua e le sue risorse, di cui tali tic sono delle semplici stampelle.

Tra l’autore e i ragazzi c’è stato, inoltre, uno scambio di opinioni su alcuni libri e sulla lingua parlata dei giovani, che l’ospite ha definito “non un lessico, ma un ritmo, un tempo iperveloce, contratto”, che, spesso, risulta incomprensibile agli adulti.

È possibile concludere con uno dei tic della lingua quotidiana commentati da La Porta nel suo libro: questi incontri sono andati “alla grandissima”.

Dora Bonfrate

 

 

 

 

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