VERTENZA ARSENALE: I SINDACATI INCONTRANO IL SOTTOSEGRETARIO ALLA DIFESA

Richiesto un piano straordinario di assunzioni

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Comunicato unitario a firma del coordinatore RSU, Dott. Domenico Bellangino:

In occasione della visita all’ Arsenale M.M. di Taranto del Sottosegretario alla Difesa On. Volpi

la R.S.U e le OO.SS. Territoriali C.G.I.L. Fp – C.I.S.L. Fp – U.I.L. P.A. – Confsal Unsa

Hanno evidenziato, nel Confronto tenutosi presso la ex sala a tracciare dello stabilimento gli annosi, gravissimi, problemi da tempo irrisolti. Problemi gravi, non solo per le ricadute economiche ed occupazionali sul territorio e sui lavoratori, ma anche per la M.M. per la tenuta in sicurezza del mezzo militare mediante adeguate e tempestive manutenzioni e per la sicurezza del Paese stesso.

Le OO.SS. hanno sottolineato che è dovere, di tutte le parti in causa, coniugare al meglio le esigenze del territorio, quelle dei lavoratori con quelle strategiche della Forza armata.

E’ per questo che quella che, 15 anni fa, fu definita, vertenza Arsenale, è stata da sempre perfettamente condivisa, nei suoi punti salienti, dalla stessa forza Armata.

La vertenza Arsenale nasce agli inizi del 2000, quando l’ispettorato del lavoro chiude tutta l’area dell’ I.P. inibendone ogni attività lavorativa e successivamente anche alcune importanti officine dove svolgevano attività i lavoratori diretti.

Immediata fu la reazione dei lavoratori, delle loro rappresentanze e di tutta la città per impedire la chiusura totale dello Stabilimento con ricadute pericolose per il territorio e per la stessa Forza Armata.

Se tutto ciò allora fu scongiurato fu grazie alla grande mobilitazione dei lavoratori e delle proprie rappresentanze sindacali che crearono una incredibile sinergia fra tutte le parti sociali ed economiche nonché le rappresentanze Istituzionali e la Forza armata.

I punti salienti della vertenza rimangono :

  1. Mantenimento del ruolo essenzialmente pubblico delle manutenzioni;

  2. Completamento del piano di ammodernamento (piano Brin);

  3. Turn Over ;

  4. Piano di formazione sulle nuove unità navali mediante la riattivazione della scuola allievi operai.

Avviare allora e portare a rapida soluzione i punti appena citati, ci avrebbe consentito oggi, non solo di dare una pronta ed efficiente risposta alle prioritarie esigenze delle manutenzioni delle UU.NN. della M.M. ma di mettersi sul mercato ed offrire strutture e maestranze per altri due obbiettivi.

La demolizione delle unità navali per offrire a Km 0 materia prima per il siderurgico, nonché aprire i nostri bacini anche ad unità mercantili, esperienza avviata e purtroppo immediatamente messa da parte.

Tali attività collaterali a quella primaria delle manutenzioni sulle Unità Navali della Marina, avrebbero dato impulso anche all’indotto locale .

Duole sottolineare che, non avendo portato a soluzione quanto concordato con i precedenti governi, ci porta a considerare che il tempo sta per scadere con la concreta ipotesi di una immediata paralisi.

Il Piano Brin sebbene avviato e portato a termine in sue importanti parti è ancora carente nella sua piena realizzazione. Bisogna segnalare che gli ultimi 37 milioni di euro sono stati stornati dal contratto per Taranto e che altre importanti risorse servirebbero per ammodernare officine strategiche come l’officina Artiglieria, i cui lavoratori oggi per poter operare devono chiedere ospitalità in altri luoghi.

Il Turn Over è fermo, come in tutto il pubblico impiego, con età media che si avvicina sempre più ai 60 anni. Età per nulla idonea a svolgere attività particolarmente gravose e strategiche al tempo stesso.

Se a questo aggiungiamo che è già iniziato l’esodo pensionistico che nei prossimi due anni sarà sempre più massiccio, il quadro è completo.

La soluzione a questo problema, non può essere quella che il Governo precedente ha voluto promuovere e che speriamo l’attuale metterà in soffitta, cioè gli ex militari transitati nei ruoli civili per motivi di salute, soluzione rivelatasi assolutamente fallimentare.

Infatti, in tal modo si aggrava ulteriormente il problema.

Si riempiono gli organici tecnici, cioè di chi deve operare a bordo e nelle officine , di personale che per evidenti e certificati problemi di salute non può garantire l’immediata operatività richiesta.

Appare quindi non più rinviabile, la improrogabile necessità di un piano straordinario e immediato di assunzioni a brevissimo , per scongiurare la paralisi dello stabilimento.

D’altronde la stessa Ministra Buongiorno si è pronunciata per un piano straordinario e massiccio di assunzioni nel pubblico impiego, ben venga nel Ministero Difesa a condizione che i tempi siano davvero brevi , anche perché formare professionalità come quelle che necessitano nell’area tecnica del Ministero Difesa, richiede ulteriore tempo.

Per ultimo Riteniamo che sia fondamentale e strategico, mantenere il ruolo essenzialmente pubblico delle manutenzioni navali.

E’ garanzia imprescindibile per il Paese che questa attività sia direttamente programmata, gestita e controllata dal personale militare e civile della Difesa a cui va data la giusta valorizzazione in tutta la catena organizzativa dello Stabilimento.

Obbiettivo comune deve essere, mantenere la priorità strategica delle manutenzioni dell’Arsenale sulle UU.NN della M.M. con percentuali delle lavorazioni dei diretti nettamente superiori a quelle odierne che ormai sembrano attestarsi sotto al 10% , nonché un piano industriale che preveda anche le demolizioni delle Unità in disarmo e l’apertura del cantiere ad unità commerciali.

Queste ultime due attività potrebbero portare preziose risorse economiche da reinvestire nello Stabilimento.

Le rappresentanze sindacali hanno quindi formalmente richiesta al Sotto Segretario di sollecitare alla Ministra Trenta a tenere un urgente incontro in Arsenale per verificare direttamente e sul campo lo stato dell’arte nonchè le potenzialità dello Stabilimento Arsenale e concordare concreti impegni, a differenza di quanto perpetrato dai precedenti governi che hanno lasciato incancrenire le problematiche.

A breve, diversamente, non potremo fare altro che rimettere insieme tutto il territorio, lavoratori , imprese, e rappresentanze istituzionali per una importante e massiccia mobilitazione.

Se è vero, come recentemente affermato Dal Ministro Di Maio che:

Taranto deve disintossicarsi dalla supremazia dell’Ilva”

l’Arsenale della M.M. di Taranto è una realtà che ancora esiste e può tornare ad essere, con giusti e mirati investimenti, come d’altronde lo è stato sin dalla fine dell’800, una realtà produttiva che possa garantire alla M.M. efficienza e tempestività nelle manutenzioni, oltre a diventare volano per quella cantieristica che nella nostra città langue da troppo tempo.

Quindi concreta possibilità di sviluppo alternativo del territorio, in un settore dove ormai le tecnologie sono avanzatissime.

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