GOZZI: “PRIVATI PRONTI PER EX ILVA MA SERVE CHIAREZZA”

IL PENSIERO DEL PRESIDENTE DI FEDERACCIAI

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“I privati sono pronti a fare la loro parte nel rilancio dell’ex Ilva, ma solo se ci sono determinate condizioni. Serve un’operazione verità sui conti, sui patti parasociali con Mittal e sullo stato dei macchinari. E poi occorre certezza su piano finanziario e industriale”. E’ quanto dichiara il presidente di Federacciai Tonino Gozzi in un’intervista a Repubblica. “Il ruolo dello Stato come socio di maggioranza può essere transitorio – dice ancora – non si può pensare di tornare ai tempi della Finsider. Ma i privati, per entrare in campo, hanno bisogno di risposte chiare”. “La prima – spiega – è una grande operazione verità sui conti, sullo stato di salute dello stabilimento. E poi non possono essere i privati che entrano a farsi carico dell’ammontare dei debiti generati negli ultimi anni di gestione. Se lo Stato è azionista dovrà provvedere. Poi, il piano industriale e finanziario. L’obiettivo dev’essere a tendere, arrivare al 2028-2029 con uno stabilimento decarbonizzato e cinque-sei milioni di tonnellate l’anno di acciaio”. Gozzi parla anche alla Stampa, dicendo che immagina un’Ilva da 5-6 mila dipendenti e “3-4 anni di controllo pubblico”: Mittal, riflette, “è un gruppo globale enorme, che ha il centro delle sue attenzioni altrove. Prima di tutto in India, dove la produzione di acciaio sta per esplodere. E poi negli Stati Uniti, dove non ci sono limitazioni ambientali pesanti come quelle europee. La Commissione con il Green Deal ha voluto che dal 2028 non ci saranno più quote gratuite per le emissioni nella siderurgia: essere competitivi qui sarà semplicemente impossibile. Normale che un gruppo come Mittal vada dove potrà continuare a lavorare. L’ideologia ambientalista della decarbonizzazione sta uccidendo la nostra industria”.

BOTTA E RISPOSTA CALENDA-PATUANELLI

“Gli impegni assunti nella società fatta con Mittal dal Governo Conte non sono chiari. Presenteremo un’interrogazione affinché vengano resi pubblici i patti parasociali. Conte ha preso gravosi obblighi economici e societari? Serve chiarezza”. Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.

“Leggo la rassegna e mi accorgo che c’è qualcosa che davvero non torna. Sui giornali la narrazione parla di responsabilità del Movimento 5 stelle nella crisi dell’ex Ilva, lontano dalle telecamere e dai giornalisti si parla invece di responsabilità del socio privato e della scelta di affidare ad Arcelor Mittal (con una gara dichiarata illegittima dall’Avvocatura dello Stato) l’acciaieria. Come sempre, è uno spettacolo a due facce: sui media sono quegli incompetenti grillini, a luci spente il contrario. Due facce, entrambe di bronzo”. Lo scrive su Facebook il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli.

 

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