INVITALIA CONTRO ARCELOR SUL FUTURO DELL’EX ILVA

LETTERA DELL'AZIENDA PUBBLICA CHE DETIENE IL 38% DI ACCIAIERIE

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Nuove tensioni nel rapporto, gia’
difficile, tra Invitalia e ArcelorMittal in Acciaierie d’Italia
(ex Ilva). La societa’ pubblica che fa capo al Mef e la
multinazionale dell’acciaio convivono infatti in AdI
rispettivamente col 38 e col 62 per cento delle quote. In una
lettera dhe Bernardo Mattarella, ad di Invitalia, ha spedito a
Franco Bernabe’ e Lucia Morselli, rispettivamente presidente e
ad di Acciaierie d’Italia Holding, ma anche ad Acciaierie
d’Italia spa, ad ArcelorMittal SA in Lussemburgo e ad
ArcelorMittal Italy Holding a Milano, si avanzano una serie di
contestazioni e si evidenzia per “l’ennesima volta, il grave
difetto di disponibilita’ e collaborazione nei confronti della
nostra societa’ e la ancor piu’ grave mancata conformita’ alle
pattuizioni contrattuali”. Un primo punto di contestazione
sollevato da Invitalia riguarda il fatto che AdI non abbia
fornito al socio pubblico elementi sullo stato della societa’
siderurgica. Questo per “la corretta valutazione circa il
possibile esercizio dei propri diritti, in particolare, la
sussistenza o meno dei presupposti per l’ammissione di ADIH alla
procedura di amministrazione straordinaria”

Secondo Invitalia, dall’azienda “non e’
stato fornito un aggiornamento sui piani di produzione di
acciaio e, in particolare, su quale sarebbe l’entita’ della
liquidita’ necessaria per far fronte all’indicato impegno di 4
milioni di tonnellate di acciaio. A fronte della delicata
situazione corrente, ADIH avrebbe dovuto fornire almeno una
situazione economico-patrimoniale e finanziaria aggiornata,
nonche’ un prospetto dei flussi di cassa a 12 mesi”. A cio’ si
aggiunga che l’11 settembre e’ stato sottoscritto da AdI un
Memorandum of Understanding “senza che ne fosse stata data
alcuna comunicazione e preventiva informazione al consiglio di
amministrazione della holding capogruppo”. In sostanza,
Invitalia non ne e’ stata messa a conoscenza. Inoltre, il
rappresentante del privato, “in occasione delle riunioni
consiliari del 21 settembre e del 16 ottobre, non ha fornito
alcun dettaglio in proposito pur essendo stato personalmente
firmatario”. Il socio pubblico e’ stato quindi tenuto all’oscuro
e questo determina “il sorgere di precise responsabilita’”.

“Nel Piano nazionale di ripresa e
resilienza c’è una ferita ulteriore sul dossier Ilva: se il governo
cancella un miliardo di euro di finanziamenti per la decarbonizzazione
sta mettendo a rischio il futuro della città di Taranto. Manca un
qualsiasi piano industriale”. Lo ha detto Elly Schlein, collegandosi
da remoto alla conferenza stampa del Pd alla Camera sul Dl sud.

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