E’ appena terminata la prima campagna, iniziata nel mese di maggio scorso, durante la quale l’Arma dei Carabinieri di Taranto, ha effettuato, nell’ambito di diversi comuni della Provincia Jonica, approfonditi controlli in materia di indebita percezione del reddito di cittadinanza.
Il monitoraggio, svolto da specifiche task force istituite all’interno di ciascuna delle 5 compagnia dipendenti dal Comando Provinciale di Taranto, con l’ausilio dei colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro e la collaborazione della Direzione Provinciale INPS del luogo, ha riguardato i Comuni di Taranto (frazione di Talsano), Statte, San Giorgio Jonico, Montemesola, Ginosa, Avetrana e Manduria per complessivi 6176 percettori, costituenti 2551 nuclei familiari.
In particolare, i Carabinieri, per ciascun percettore, hanno esaminato la sussistenza dei requisiti previsti dalla norma per usufruire del beneficio, mediante una meticolosa analisi, che ha riguardato, l’indicatore ISEE, il patrimonio mobiliare (depositi, conto corrente, ecc.), autoveicoli/motoveicoli, il patrimonio immobiliare, il possesso della cittadinanza italiana, l’esatta composizione del nucleo familiare e la presenza di eventuali familiari detenuti, situazioni di reddito “zero” e nuclei familiari con titolare italiano e familiari extracomunitari. Tale esame è stato ovviamente condotto in aggiunta alla verifica circa la sussistenza di condanne iscritte a casellario giudiziale e di casi in cui fosse stata applicata al percettore una misura cautelare personale, anche a seguito di convalida di arresto o di fermo.
Le attività hanno consentito di deferire nr. 231 persone (di cui 79 stranieri) per percezione indebita del reddito di cittadinanza, per un importo complessivo di 1.414.468 euro.
I militari hanno inoltre rilevato e contestato plurime dichiarazioni mendaci sulle relative Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU) – documento cardine su cui si basa la richiesta del beneficio – che hanno riguardato mancati inserimenti di proprietà immobiliari, mancanza di alcuni requisiti previsti dalla norma e omissione di familiari ricompresi nello stato di famiglia già percettori del beneficio.
A tal proposito meritano menzione due singolari episodi, perseguiti dalla “task force” dei Carabinieri della Compagnia di Taranto, che nel corso delle indagini, ha individuato:
– un 71enne tarantino disoccupato che percepiva il reddito di cittadinanza ma che al contempo era proprietario, unitamente alla moglie ed al figlio conviventi, di ben 17 autovetture e di una motocicletta, tra cui una BMW, 1 Mini Cooper, 3 Jeep, 2 Smart e una Kawasaki Ninja. L’uomo, che tra il dicembre 2020 e il luglio 2021 ha percepito il RdC per un totale di 14.400 euro, è stato denunciato alla locale Procura ed è stato segnalato all’INPS ai fini della revoca dell’erogazione del beneficio;
– una donna di Talsano che ha percepito il sussidio nonostante un componente del suo nucleo familiare fosse titolare di redditi nell’ultimo triennio pari a euro 320.000,00 – 143.000,00 e 164.000,00.
[1] Art.7 comma 1 del D.Lgs. N. 4/2019. Chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio di cui all’articolo 3, rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni.
comma 2 L’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonchè di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio è punita con la reclusione da uno a tre anni.
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