Ilva: integrazione Cigs in Dl Ristori, proposta in Milleproroghe

Emendamento del deputato Vianello

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L’integrazione economica per i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria, attualmente in cassa integrazione, sarà nel nuovo decreto legge “Ristori”. Si è avuta conferma in queste ore. Lo apprende AGI. Intanto, per lo stesso intervento, ci si muove anche dal fronte parlamentare. “I lavoratori cassintegrati Ilva in amministrazione straordinaria attendono da troppo tempo il riconoscimento dell’integrazione salariale per l’anno in corso. Per questo, dopo la mancata approvazione in legge di Bilancio di un mio emendamento in materia, ho presentato un nuovo emendamento al decreto Milleproroghe 2021”. Lo annuncia il deputato M5S Giovanni Vianello. “Il mio emendamento, in concreto, chiede il rifinanziamento dell’integrazione salariale per il 2021 prevista anche ai fini della formazione professionale per la gestione delle bonifiche da parte dei lavoratori” spiega Vianello.

“Le risorse utili a garantire l’integrazione del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria per i dipendenti del gruppo Ilva sono pari a 19 milioni di euro per il 2021, a valere sul Fondo sociale per l’occupazione e formazione – afferma Vianello -. Auspico che questa volta il Mef si dimostri favorevole, ringrazio la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, per non aver mai perso di vista l’obiettivo dell’integrazione salariale”. Per Vianello, “i beneficiari di questo importante sostegno al reddito, circa 2000 lavoratori, hanno diritto di poter nuovamente contare di quest’ulteriore incentivo, per loro e le rispettive famiglie non è un capriccio ma sarebbe un supporto aggiuntivo per rientrare nelle spese mensili primarie”. Da rilevare che, venuto meno l’inserimento nella legge di Bilancio, il Governo si è comunque impegnato ad inserire la misura nel nuovo decreto legge “Ristori” così come dichiarato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco. Giorni fa i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb, hanno inviato un nuovo sollecito al Governo. Per lavoratori di Ilva in as, si intendono coloro che a novembre 2018 ArcelorMittal, subentrata a Ilva in as, non ha selezionato per l’assunzione. La maggior parte di questo personale, pari a circa 1600 unità, è a Taranto. Si tratta tuttavia di una platea che si è molto scremata rispetto al dato iniziale (2500) perchè molti hanno scelto di licenziarsi accettando l’incentivo volontario all’esodo anticipato. Da pochi giorni, intanto, Ilva in as ha ripreso la bonifica ambientale delle aree di sua competenza occupando una quota di cassintegrati. Sono 38, adibiti allo smaltimento graduale di 10mila tonnellate di fanghi. I primi carichi sono già partiti da Taranto. L’integrazione economica della cigs al personale di Ilva in as è garantita da fine 2016 attraverso misure di legge rinnovate di anno in anno. Questo permette agli interessati di percepire una indennità più alta. Richiesta di integrazione economica alla cassa integrazione, i sindacati hanno avanzato ad ArcelorMittal anche per quanto riguarda i cassintegrati di quest’ultima (attualmente circa 3000) che percepiscono intorno alle 8-900 euro al mese, ma l’azienda ha ripetutamente detto no. E nell’ultimo incontro di due giorni fa, ha infine precisato di dover attendere il nuovo socio, il partner pubblico Invitalia. (AGI)

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