“L’INTEGRAZIONE CIG PER I LAVORATORI ILVA IN AS CI SARA'”

LA RASSICURAZIONE DEL SOTTOSEGRETARIO MARIO TURCO

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Saltata col ‘Milleproroghe’, sarà ora recuperata nel prossimo decreto ‘Ristori’ la misura relativa all’integrazione economica della cassa integrazione straordinaria per i 1.800 dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria, 1.600 dei quali sono a Taranto. Lo annuncia all’AGI il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica, Mario Turco, dopo le proteste di ieri sera dei sindacati metalmeccanici una volta appreso che l’integrazione non era inserita nel testo del decreto ‘Milleproroghe’. “C’é stato un problema tecnico con la Ragioneria dello Stato, ma la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo – dichiara Turco ad AGI -, che ho sentito subito dopo aver letto della presa di posizione sindacale, mi ha assicurato che sarà inserito nel decreto Ristori la prossima settimana. Con questo – dice Turco -, non dovrebbe anche esserci alcun ritardo sul riconoscimento dell’indennità di gennaio”.

L’integrazione economica ai dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria, cioè coloro che a novembre 2018 non sono stati selezionati per l’assunzione da ArcelorMittal, è un rafforzativo di quanto gli stessi percepiscono con la cig. In atto da alcuni anni, la misura è attribuita da governo e Parlamento con provvedimenti legislativi. Per il 2021, si era inizialmente prefigurata la possibilità di inserire la misura nella legge di Bilancio, possibilità poi saltata. Incontrando i sindacati il 22 dicembre scorso, in avvio della trattativa con ArcelorMittal e Invitalia dopo l’accordo relativo all’ingresso dello Stato nel capitale della società dell’acciaio, il governo assicurò che l’integrazione sarebbe stata confermata. E infatti il 24 dicembre emerse che l’integrazione alla cig entrava nel Milleproroghe. Fu proprio il sottosegretario Turco ad annunciare che ci sarebbero stati 19 milioni per tutto il 2021 e che l’integrazione sarebbe stata associata “alla formazione professionale per la gestione delle bonifiche, con un impegno finanziario  a valere sul Fondo sociale per l’occupazione e formazione”. Ieri sera Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm hanno scritto al premier Giuseppe Conte e ai ministri Roberto Gualtieri (Mef) e Nunzia Catalfo (Lavoro) perché da “verifiche effettuate con la società Ilva in amministrazione straordinaria, non vi è traccia alcuna del provvedimento di integrazione salariale, risultando non rilevabile dai contenuti del decreto Milleproroghe”.

“È necessaria la massima chiarezza e rispetto agli impegni assunti in ordine alla messa in sicurezza del reddito dei lavoratori per l’intero anno 2021” hanno evidenziato Fim, Fiom e Uilm al governo, mentre il sindacato Usb, sempre per lo stesso motivo, ha annunciato un presidio di protesta il 25 gennaio a Roma sotto la sede del Mise. Per i dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria, i sindacati chiedono che siano compresi, ai fini del loro ricollocamento occupazionale,  nella trattativa con ArcelorMittal e Invitalia che riprende nel pomeriggio del 12 gennaio a Roma. I sindacati evidenziano che per questi lavoratori era già previsto il riassorbimento da parte di ArcelorMittal nell’accordo al Mise di settembre 2018, mentre con i nuovi accordi (marzo e dicembre 2020) di loro non vi è più traccia. Previsto, infine, che una quota di cassintegrati sia impiegata nelle bonifiche di competenza di Ilva in amministrazione straordinaria ma rispetto al numero ipotizzato (300) si é ancora ben lontani. Incontrando i sindacati, Ilva in as ha annunciato la ripartenza delle bonifiche (si sta intervenendo sui fanghi) per 38 addetti a partire dall’11 gennaio. (AGI)

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