“ACCORDO STATO-ARCELOR, LA PARTITA SI RIAPRE”

CONFERENZA STAMPA DEI SEGRETARI NAZIONALI DI FIM, FIOM E UILM

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Nel rilancio di ArcelorMittal, lo snodo vero non è solo l’ingresso dello Stato nel capitale attraverso Invitalia, ma “governance reale, investimenti, strumenti in grado di far vivere l’azienda”. Lo ha detto Rocco Palombella, segretario generale Uilm, nella conferenza stampa di oggi insieme ai colleghi di Fim Cisl e Fiom Cgil sulla crisi del gruppo siderurgico interessato oggi da uno sciopero nazionale di due ore. “Non vogliamo – ha sottolineato Palombella – che le divisioni del Governo si trasferiscano nell’azienda perché queste divisioni oggi esistono. E se la multinazionale verificherà che nel Governo c’è gente incapace, che non è in grado di controllare, loro se li mangiano con un boccone”.
Francesca Re David, segretario generale Fiom Cgil, si è chiesta “che ruolo vuole svolgere lo Stato? Mettere i soldi d basta o svolgere un ruolo di controllo e di vigilanza? C’è una domanda di acciaio in forte ripresa, pensare di fare un piano che si sviluppa in cinque anni, rischia di farti uscire sul mercato”. Per Re David, “positivo è l’ingresso del pubblico, ma non è positivo come il Governo si sta relazionando con i lavoratori”. “No a un tempo lunghissimo – ha aggiunto Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl – no a una prospettiva incerta di cinque anni. Cinque anni di cassa integrazione non li accettiamo e combatteremo per avere soluzioni sostenibili e alternative”. Per Palombella, il sindacato non accetterà “nessuna cassa integrazione se non è propedeutica in un tempo chiaro e limitato all’assorbimento di tutti, anche di quelli che ora sono in Ilva in amministrazione straordinaria. Non accetteremo una cassa integrazione che affama i lavoratori”
Alla domanda se Lucia Morselli, attuale ad di ArcelorMittal, resterà o meno al timone dell’azienda anche con l’ingresso dello Stato, Re David ha risposto che “il sindacato non sceglie gli amministratori delegati”. E Palombella ha aggiunto: “ArcelorMittal ha condotto relazioni industriali fallimentari e negative. Lo Stato potrebbe migliorare le relazioni industriali e questo noi ce lo auguriamo. Se avremo effettivamente una gestione nuova e responsabile, questo ora non lo possiamo dire. Auspicare una netta inversione di tendenza questo sì”. Per Benaglia, “non c’è solo il problema dell’amministratore delegato. Serve anche una svolta sul piano commerciale, della ripresa del mercato e del rilancio del rapporto con i clienti. Noi vorremmo un’azienda che si attestasse su un livello superiore alla media di mercato”. I sindacati, infine, non sono disponibili a discutere in alcun modo di nuovi esuberi.(AGI)

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