COLPO DI SCENA AL PROCESSO DI UN EX ISPETTORE DEL LAVORO

Il 7 ottobre la prima udienza dibattimentale

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Si è celebrata lo scorso 7 ottobre la prima udienza dibattimentale del processo che, dinanzi al Tribunale monocratico Seconda Sezione Penale del Tribunale di Taranto, vede alla sbarra il settantunenne Salvatore Pataleo, ex Ispettore del Lavoro, all’epoca dei fatti in servizio presso la Direzione territoriale del Lavoro di Taranto. Al Pataleo sono contestati i reati di calunnia e falso in atto pubblico in continuazione, nonché quello di falsa testimonianza è rimasto invariato.

Parte lesa è l’ingegnere Luca Tagliente, costituitosi parte civile e assistito dall’Avvocato Massimo Saracino. Direttore dello stabilimento Appia Energy di Massafra, protagonista suo malgrado di una vicenda che ha dell’incredibile, quasi grottesca, se non avesse trascinato un professionista nelle aule di tribunale per anni e anni, un processo da cui è stato poi assolto.

Già nella prima udienza il processo ha registrato un colpo di scena, un autentico “coup de théâtre”: Salvatore Pataleo, infatti, ha chiamato in causa il Dirigente Ing. Francesco Di Francesco quale testimone, sostenendo che tutta l’informativa di reato redatta a suo tempo – atto da cui hanno avuto origine gli accadimenti che hanno portato alla sbarra l’imputato – era avallata dal suo dirigente.

A questo punto l’avvocato Massimo Saracino ha chiesto un rinvio poiché il giudizio era in capo alla dott.ssa Lavecchia, giudice non togato, chiedendo appunto che, data la delicatezza del caso, il processo potesse essere invece trattato da un giudice togato. L’udienza è così stata rinviata il prossimo 27 gennaio 2021.

 

Le tribolazioni di Luca Tagliente iniziano il 10 settembre del 2011, allorquando un dipendente di una ditta appaltatrice, addetto alla pulizia nell’inceneritore di Massafra Appia Energy, subisce un infortunio sul lavoro.

L’avv. Saracino

Secondo la ricostruzione del PM Marzia Castiglia che ha portato alla sbarra il Pataleo,  nell’occasione Luca Tagliente fu accusato ingiustamente di non aver fornito alla ditta appaltatrice le informazioni necessarie per un corretto impiego di alcuni carrelli concessi in comodato d’uso alla ditta appaltatrice, nonché quelle per evitare i rischi connessi al loro utilizzo;  l’ingegnere Luca Tagliente veniva accusato anche di non aver fornito ai lavoratori i mezzi adeguati e le misure organizzative previste ex lege per ridurre i rischi connessi alla movimentazione manuale dei carichi.

Salvatore Pataleo avrebbe anche omesso – sempre secondo la ricostruzione del PM Marzia Castiglia – di allegare alla sua informativa gli atti che l’ingegnere Luca Tagliente aveva consegnato in precedenza all’Ispettorato del Lavoro, una documentazione che dimostrava senza ombra di dubbio che la ditta appaltatrice aveva ricevuto tutte le informazioni previste ex lege: in pratica Salvatore Pataleo avrebbe occultato una serie di documenti indispensabili a fini dell’accertamento dei reati.

L’accusa di falsa testimonianza è invece relativa alle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Pataleo, in aula di Tribunale l’8 febbraio del 2017, in occasione del processo per l’infortunio sul lavoro che vedeva imputato Luca Tagliente, quando Salvatore Pataleo avrebbe ribadito sostanzialmente quanto riportato in informativa, non considerando invece la ricostruzione degli avvenimenti basata sui documenti acquisiti dall’Ispettorato del Lavoro.

Un processo conclusosi con l’assoluzione di Luca Tagliente con la formula più ampia, tanto che la relativa sentenza ha costituito una delle fonti di prova che, su proposta del PM Marzia Castiglia, ha poi portato al rinvio a giudizio di Salvatore Pataleo.

 

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