UNA PROPOSTA PER LE FESTE PATRONALI

PRESENTATA DALL'OMONIMO COMITATO REGIONALE

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Una proposta per la ripresa in Puglia delle feste patronali – che restano a tutt’oggi bloccate a causa del Covid 19 – è stata presentata dall’omonimo comitato regionale pugliese alla Regione Puglia, alla Conferenza episcopale della Puglia (Cep) e all’Anci. La proposta rientra nella fase 3 post Covid,  raccoglie i contributi di titolari delle imprese di luminarie, spettacoli viaggianti e giostrai, bande musicali, artisti di strada e ambulanti, e prelude alla stipula di un protocollo di intesa affinché le feste patronali, viste come momento identitario di una città ma anche di indotto economico e di lavoro, possano riprendere in una cornice di sicurezza. Da aprile sino a metà ottobre sono centinaia le feste patronali in Puglia, con picco tra luglio ed agosto specie nel Salento. Appuntamenti tutti per ora saltati e rinviati al 2021, lasciando a terra qualche migliaio di persone tra i vari operatori (giorni fa c’è stato un sit in di protesta davanti al Comune di Bari). “La riapertura di tutte le attività e di tutti i comparti, grazie anche all’andamento della curva epidemiologica che sta premiando gli sforzi e le rinunce che siamo stati chiamati ad eseguire durante il lockdown, ci inducono a porre l’attenzione verso la ripresa del lavoro e l’attenzione alle famiglie dei lavoratori, anche di quelle dell’indotto economico relativo alla feste patronali”, scrive il comitato nella sua proposta a Regione Puglia, vescovi di Puglia ed Anci. “Insieme a tutte le categorie del comparto delle feste – si sostiene – abbiamo voluto sottoporre un protocollo d’intesa al fine di riuscire insieme a delineare le linee guida che permetterebbero all’autorità religiosa di continuare a imprimere il concetto di sobrietà e tutela della salute e, allo stesso tempo, dare la possibilità agli operatori del settore di provare a continuare a dare lavoro a migliaia di famiglie che si trovano, oggi, a vivere senza né più aiuti economici e senza un futuro”. Il protocollo di intesa proposto é così strutturato: “Rispetto pieno per le decisioni assunte e diramate dalle autorità religiosa (vescovi su indicazione della Cep) riguardo lo svolgimento dei riti religiosi, così come già prestabilito da precedenti comunicazioni”. Riguardo i festeggiamenti civili, “al fine di esonerare l’autorità religiosa da eventuali responsabilità, solo per quest’anno in via straordinaria” i componenti dei soggetti organizzatori (comitati, associazioni, etc.) sono invitati “ad attenersi scrupolosamente alle direttive emanate dal Governo, previa le normali autorizzazioni rilasciate dalle autorità civili interessate”. Inoltre, organizzatori e operatori quali bande, luminarie, fuochisti, giostrai, spettacoli dal vivo, “saranno chiamati al pieno rispetto dei protocolli sulla sicurezza sanitaria già in possesso, nonché a tutti i protocolli che eventualmente saranno integrati nei giorni a venire”. “Da sempre considerate simbolo di orgoglio di appartenenza e elemento chiave della tutela e valorizzazione del nostro territorio, le feste patronali – scrive il comitato Puglia – rappresentano il più alto momento di espressione della propria fede e devozione da parte dei cittadini, nonché, dal punto di vista civile, generano un indotto che interessa tante categorie”. (AGI)

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