VERSALIS E’ FERMA, MA IL BENZENE CRESCE: CHI INQUINA A BRINDISI?

L'azienda chiede il riesame dell'ordinanza del sindaco. Il Pd: no al muro contro muro

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Diventa quasi un “giallo” la vicenda dell’impianto cracking di Brindisi (Versalis-Eni), oggetto di un’ordinanza di fermo disposta dal sindaco  Rossi.

L’ultimo sviluppo propone un fenomeno da decifrare nella zona industriale di Brindisi. La centralina “Sisri”, situata proprio all’interno dell’agglomerato industriale, ha fatto registrare il valore “3” di benzene (il limite di legge, su base annuale, è di “5”), cioè trenta volte superiore, ad esempio, rispetto al valore che si riscontra normalmente e che anche ieri era presente nella centralina di via dei Mille, sempre a Brindisi (0,1). Qual è l’origine di tali emissioni, considerato che l’impianto cracking del Petrolchimico è totalmente fermo. A chi attribuire – certamente no allo smoking, considerato che l’area non è a traffico automobilistco – questo valore anomalo?

Versalis, com’è noto, ha intanto presentato istanza di autotutela al Comune di Brindisi chiedendo di riesaminare l’ordinanza e attivare un tavolo di confronto. L’azienda ha ribadito la sua estraneità ai dati forniti dall’Arpa con i quali si parla di quantità eccessive di benzene e toluene nell’aria nei giorni in cui l’impianto del petrolchimico di Brindisi era fermo per manutenzione . “Al momento dell’emissione dell’ordinanza lo stabilimento era a regime ridotto di attività e l’impianto di Stream Cracking P1Cr in manutenzione programmata- scrive Versalis nell’atto di autotutela- La Società ribadisce che le attività di normale esercizio e di fermata dell’impianto di stream cracking per la produzione di Etilene e Propilene P1CR sono avvenute e avvengono nel pieno rispetto delle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dall’autorità ministeriale competente e che non vi sia stato alcun impatto o peggioramento dell’aria- ambientale  riconducibile all’attività dello stabilimento Versalis”. Non solo, la presa di posizione dell’amministrazione comunale, stando a quanto dichiara l’azienda, mette a rischio i livelli occupazionali oltre che creare un danno di immagine all’intero territorio nella misura in cui si parla di un sito inquinato. “Grave altresì è la ripercussione sull’immagine non solo della Scrivente ma dell’intero territorio che viene descritto come fortemente inquinato e insalubre per l’intera popolazione. Tale quadro è contraddetto dai Rapporti Annuali della qualità dell’aria di Arpa Puglia in cui si evidenzia che la qualità dell’aria registrata dalla rete di monitoraggio delle centraline di Brindisi risulta migliorata nell’ultimo decennio e ben all’interno dei parametri previsti delle normative sulla qualità dell’aria. Da Tali rapporti si evidenzia in generale che tutti gli inquinanti hanno un trend in diminuzione e in particolare il benzene, a partire dal 2013, non rappresenta una criticità per la qualità dell’aria.  Nello specifico, i valori di benzene mediamente registrati ogni anno nella Provincia di Brindisi hanno raggiunto da tempo valori ben al di sotto  dei 5 microgrammi/metrocubo, previsti come limite dalla normativa italiana sulla qualità dell’aria”. Alla luce di questo Versalis chiede anche un accesso agli atti della relazione Arpa in sede di sopralluogo dello stabilimento e di tutti gli altri documenti.

IL PD

Sulla vicenda si registra una dichiarazione, che riportiamo qui di seguito, del segretario provinciale del Pd, Francesco Rogoli.

“L’ora drammatica che stanno vivendo Brindisi e l’intera provincia per gli effetti del coronavirus e della vicenda “Versalis”, impone a tutti un salto di qualità.

I toni che ha assunto la discussione pubblica nelle ultime ore mal si conciliano con la ricerca di soluzioni che guardino a un tempo alla tutela della salute e dell’ambiente e alla salvaguardia dei livelli occupazionali della nostra provincia.

Le preoccupazioni che hanno spinto il Sindaco Rossi ad assumere, nella qualità di massima autorità sanitaria locale, un atto forte e drastico sono comprensibili e supportate dalla relazione preliminare dell’Arpa, nella quale si legge chiaramente che “Il fatto che le emissioni di questo tipo non provochino superamenti dei limiti previsti non significa, tuttavia, che non vi sia un apporto degli inquinanti emessi rispetto alla qualità dell’aria.” Il problema esiste e il fatto che la legislazione nazionale in materia sia ancora insufficiente non autorizza nessuno a far finta che non ci sia.

Non è però con il muro contro muro che si può affrontare la difficile situazione che si è determinata, occorre, invece, riaffermare le ragioni del dialogo bruscamente interrotto tra le istituzioni e le parti sociali e quindi tra il territorio e le grandi realtà industriali che vi insistono.

In queste ore come federazione provinciale del Partito Democratico, alla luce di un confronto con i dirigenti locali e regionali del PD, siamo impegnati a far si che si costituisca un tavolo nazionale con il Governo, il Comune, la Regione, le parti sociali e l’azienda. Di fronte ad un impegno simile da parte del Governo potrebbero venir meno anche le ragioni che hanno spinto il Sindaco ad emettere l’ordinanza che ha imposto il fermo a Versalis.

Sarebbe quella infatti la sede politica nella quale, da un lato, impegnare Versalis a rimuovere le cause che avrebbero determinato i picchi nelle emissioni  e, dall’altro, riproporre con forza e con spirito unitario le diverse questioni aperte ed in parte affrontante in occasione della proposta del contratto istituzionale di sviluppo.

Proprio oggi nell’intervista rilasciata a “Repubblica” il segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti ha dichiarato che chiederà al Governo di convocare i grandi colossi mondiali a controllo pubblico come Eni, Enel, Ferrovie, Finmeccanica perché occorre, pur nel rispetto della loro autonomia, dare una missione-Paese a questi grandi attori che gestiscono centinaia di miliardi di investimenti. Allo stesso modo pensiamo che a Brindisi occorra riannodare i fili di un dialogo tra istituzioni, politica, sindacati, organizzazioni datoriali e associazioni per definire contenuti e proposte per uno sviluppo sostenibile a cui far contribuire i grandi gruppi industriali storicamente presenti nel territorio.

Brindisi non può più aspettare, ed anche la buona notizia delle ultime ore, quella cioè del considerevole aumento delle risorse del fondo per la transizione energetica, suggerisce, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di mettersi a lavoro per fare in modo che il Sud, e nel Sud Brindisi, diventi un’area per uno sviluppo industriale più equilibrato”.

 

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