ILVA, IL SINDACO MELUCCI CONVOCA UN VERTICE ISTITUZIONALE

Tutti contro i commissari: PD, USB e Liberi e Pensanti

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Si terrà lunedì 2 marzo alle 15:00 presso Palazzo di Città un incontro sulla questione Ilva convocato dal Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. All’incontro sono stati invitati il presidente della Provincia Giovanni Gugliotti, della Camera di Commercio, Luigi Sportelli, dell’Autorità di Sitema Portuale del Mar Jonio, Sergio Prete, dei segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil.

Tanti i commenti dopo l’annuncio di Ilva in AS che intende impugnare l’ordinanza del Sindaco sull’eliminazione dei fattori inquinanti entro 30 giorni.


Ci domandiamo se sia legittimo, appropriato e proporzionato l’atteggiamento del Governo nei confronti di una città che chiede il rispetto dei propri diritti, tutela della salute e lavoro in condizioni dignitose”. Interviene così il coordinatore provinciale dell’Unione Sindacale di Base di Taranto, Franco Rizzo, in merito alla nota con cui l’ Ilva in amministrazione straordinaria definisce illegittima, inappropriata e sproporzionata” l’ordinanza dl Sindaco di Taranto. Melucci chiede risposte circa la fonte delle emissioni inquinanti degli scorsi giorni e preannuncia, in caso di mancata risoluzione delle criticità, la fermata degli impianti. “L’Ilva fa riferimento all’interesse strategico nazionale della fabbrica. Noi invece continuiamo a chiedere che venga messo, prima di tutto, al centro l’interesse delle persone; per questo condividiamo e sosteniamo la decisione del primo cittadino di assumere una posizione decisa di fronte agli ultimi episodi”.

Duro anche il commento del PD di terra jonica. “Lascia basiti la presa di posizione di  Ilva in Amministrazione Straordinaria contro il provvedimento del Sindaco di Taranto.

Sconcertante la posizione dei commissari che invece di collaborare e richiedere, senza indugio, anch’essi le motivazioni degli ultimi accadimenti olfattivi che hanno inondato la città di Taranto, con tracotanza assoluta si permettono di contestare un provvedimento che ha lo scopo, innanzitutto, di chiarire una volta per tutte e finalmente la situazione ambientale tarantina.
Il Sindaco Melucci bene ha fatto in questo contesto a chiedere con atti amministrativi a tutti gli enti preposti chiarezza e trasparenza sulle vicende che preoccupano la comunità tarantina.
Il silenzio alcune volte è d’oro e in questo caso sarebbe stato l’unico modo dignitoso con cui approcciarsi verso una situazione così delicata e per certi versi insostenibile da parte dei commissari.
Anzi, questa diventa l’occasione per rappresentare con forza e chiarezza la inadeguatezza dei tre commissari che ad oggi hanno brillato per la loro assoluta inconsistenza.
Basta pensare alle risorse bloccate, come i 30 milioni per le famiglie disagiate di Taranto, da diversi anni fermi nelle casse di Ilva in A.S., che oggi riesce anche a polemizzare con l’istituzione più vicina ai cittadini che sta cercando di salvaguardare la salute e i diritti di questa città.
È arrivato il momento che per dignità questi commissari lascino il passo e, in mancanza, che il Governo valuti senza indugio la loro sostituzione al fine di rilanciare la funzione  di Ilva in A.S. in collaborazione con il Comune di Taranto” dicono il Segretario cittadino del PD Vincenzo Di Gregorio e il Segretario provinciale del PD Giampiero Mancarelli.

Interviene anche il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti:

“Da sempre sosteniamo qualsiasi iniziativa indirizzata alla chiusura di quella fabbrica della morte.

Ieri il sindaco di Taranto ha, con colpevole ritardo, finalmente emanato un’ordinanza che potrebbe portare alla chiusura dello stabilimento siderurgico entro sessanta giorni, qualora non venissero risolte del tutto le criticità legate alle emissioni inquinanti pericolose per l’intera città.

Oggi la risposta, prevedibile e offensiva di Ilva s.p.a. in A.S.: l’ennesimo ricatto da parte di una struttura che gestisce 1700 cassaintegrati (quei potenziali ex-operai che, in base all’accordo del 6 settembre 2018, sarebbero dovuti essere reintegrati entro cinque anni in un’ipotetica e a dir poco fantasiosa azienda “ambientalizzata”).

Loro, i commissari, impugneranno l’ordinanza, sostenuti da un governo col quale a tavolino orchestrano quotidianamente manovre mirate come sempre ad annullare il futuro di questa città a tutela di uno stabilimento, definito di interesse strategico nazionale, che di strategico non ha nulla se è vero che lo Svimez ha calcolato in 0,2% l’incidenza negativa che la chiusura della fabbrica potrebbe avere sul Pil.

Noi cittadini di Taranto invece vigileremo affinché nessun passo indietro venga fatto.

Siamo stanchi di sentir parlare di una surreale sanificazione di uno stabilimento giunto da troppo tempo ormai alla fine del suo ciclo naturale di vita. L’unico progetto generale che riconosceremo, e a favore del quale il Governo dovrebbe profondere le proprie energie, è quello che pone come primo obiettivo la riconversione economica e sociale di Taranto, attraverso la chiusura di quelle fonti inquinanti e l’utilizzo della forza lavoro del siderurgico nelle opere di smantellamento, decontaminazione e bonifica.

Ciò che serve a questo territorio è superare quegli ostacoli economici e pratici che ci hanno limitati fino ad ora. Abbiamo voglia di condividere strumenti, conoscenze, ed aspirazioni rimaste sommerse per troppi anni. Un’intera comunità ha voglia di costruire e condividere nuovi percorsi d’imprenditorialità, indispensabili per uscire finalmente dalla morsa di quelle attività che per decenni hanno costretto Taranto a rimanere sopita e silente nel proprio involucro fatto di acciaio, polveri e veleni.

Questa è la volontà che impugneremo a gran voce, dinanzi ai commissari di Ilva in A.S., ad Arcelor Mittal e a tutte le istituzioni che cercheranno di ostacolare questo percorso di rinascita già avviato nascita già avviato”.

 

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