INVESTIMENTI, TURCO (M5S): LAVORIAMO A QUOTA 34% PER VERA PEREQUAZIONE INFRASTRUTTURALE

L'intervento del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

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Di seguito una nota del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica e investimenti, Sen. Mario Turco.

Nel Mezzogiorno gli investimenti pubblici, pur seguendo il trend nazionale decrescente registratosi soprattutto nel periodo 2011-2014, hanno continuato a costituire uno dei principali strumenti di politica economica anticiclica, per fornire sostegno al reddito e all’occupazione delle regioni economicamente più fragili. Dal 2017 a oggi sembra essersi aperta una nuova fase in cui, accanto a rinnovati spazi di bilancio riservati alla spesa in conto capitale, vi è un tentativo di riprogrammazione e rilancio degli investimenti pubblici. Nonostante le storiche carenze infrastrutturali del Mezzogiorno, la quota della spesa nazionale per investimenti pubblici nel Mezzogiorno si attesta al di sotto del 30%, come certificano i dati 2017 dei Conti pubblici territoriali. Per questo motivo il nostro impegno, rilanciato nella Manovra all’esame del Parlamento, è quello di rendere finalmente effettiva la cosiddetta clausola dal 34%, riferita appunto alla necessità che questa percentuale di investimenti pubblici sia realmente destinata al Sud, rispecchiando la distribuzione proporzionale dei cittadini. Per noi è un atto dovuto in vista della perequazione infrastrutturale, operazione non più procrastinabile anche nell’interesse del Nord e del Paese intero.

È quanto ha detto oggi il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica e investimenti, Sen. Mario Turco, intervenendo al Forum Pa Sud a Napoli.

Il Sen. Mario Turco, ha proposto anche una modifica al codice degli appalti per favorire le imprese virtuose e scongiurare affidamenti a imprese in crisi di liquidità o in stato di insolvenza, ovvero introdurre tra i criteri di partecipazione ad una gara pubblica, avente ad oggetto la realizzazione di un’opera infrastrutturale, una certificazione attestante la sostenibilità economica dell’impresa, sottoscritta eventualmente da una Banca, dall’organo di controllo interno, oppure da un attestatore iscritto all’albo dei Dottori Commercialisti.

Tale modifica al codice degli appalti sarà proposta alle forze del Governo.

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