CASTIGLIA: SCELTE CALATE DALL’ALTO NEL CENTRO-DESTRA

Dopo il voto del 4 marzo l’analisi dell’assessore provinciale Castiglia INEVITABILE FUGA DAL CENTRODESTRA CON ALTRE SCELTE IMPOSTE DALL’ALTO Dopo il voto del 4 marzo l’analisi dell’assessore provinciale Castiglia INEVITABILE FUGA DAL CENTRODESTRA CON ALTRE SCELTE IMPOSTE DALL’ALTO Il disappunto dell'assessore provinciale forzista ai Traporti (area Tamburrano)

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“Come interpretare il voto del 4 marzo, se non come la vendetta del cittadino comune? Soprattutto al Sud, dimenticato da tutti i partiti tradizionali che hanno meritato questo risultato per le modeste risposte che hanno saputo dare ai loro territori, da anni ormai, ogni giorno. Il frenetico attivismo manifestato poco prima del voto (incontri con i cittadini, manifestazioni, promesse e mezze verità) non è bastato a convincere la gente, anche perché troppo tardivi”.

Attacca così una nopta di Nino Castiglia, assessore provinciale ai Trasporti (Forza Italia),  vicino alle posizioni del presidente della Provincia, Martino Tamburrano.

“Peraltro – afferma Castiglia – è stata una campagna elettorale bruttissima, contraddistinta da insulti, povera di contenuti, dove molti candidati hanno cercato di vendere il proprio “prodotto” come in un mercato rionale.

L’auspicio, ora, è che si torni a parlare di politica seria, con  persone serie. Ascoltando la gente e standole vicino nel bisogno e con concreta solidarietà. Perché il futuro immediato è pieno di incognite e di paure. Si ha la sensazione, infatti,  che qualsiasi scelta venga fatta ora non basti ad evitare la deriva.

Per quanto riguarda poi i risultati elettorali conseguiti dal centrodestra a Taranto e in provincia, benché buoni visto il contesto, resta in  primo piano il principio che se qualsiasi scelta non verrà più condivisa con la base, semplicemente non ci sarà più una base”.

La stoccata finale: “Ci allontaneremo tutti, perché se tali scelte continueranno a essere fatte altrove, questo sarà fatale  per l’aggregazione dal basso. Basti pensare alle neo eletta Labriola, candidata che nessuno di noi ha mai visto e sentito in questa competizione.  Stesso discorso vale per Elio Vito e Michele Boccardi, tanto per fare altri esempi. Con queste scelte incomprensibili, molti di noi sono già andati via e altri lo faranno, perché non si crede più nel lavoro che si fa e, soprattutto, nella meritocrazia che invece dovrebbe essere elemento propulsivo, necessario per riconquistare la fiducia della gente”.

 

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