(AGI) – Taranto, 2 apr. – Dal 10 al 12 aprile prossimi gli 8200 dipendenti dello stabilimento siderurgico di Taranto Arcelor Mittal, già Ilva, saranno chiamati al voto per rinnovare il consiglio di fabbrica. Quello attualmente in carica è in scadenza, essendo stato eletto tre anni fa, e le federazioni metalmeccaniche hanno deciso di far tornare alle urne i lavoratori anche perché nel frattempo è anche cambiata la gestione dell’azienda. Ai commissari di Governo dell’amministrazione straordinaria è infatti subentrato un privato, la multinazionale anglo-indiana. Il subentro effettivo di Arcelor Mittal è avvenuto lo scorso 1 novembre, le assunzioni del personale sono state perfezionate l’1 gennaio (dopo aver inizialmente usato la formula del distacco da Ilva) mentre il contratto di acquisizione la multinazionale lo ha firmato con i commissari a giugno 2017 (1,8 mld prezzo di acquisto più 2,4 mld di investimenti industriali e ambientali). Oggi in quella che resta l’acciaieria più grande d’Europa, perché il personale è diminuito ma la dimensione impiantistica e l’estensione territoriale restano immutate, i rapporti di forza tra le sigle sindacali vedono prima la Uilm, seconda la Fim Cisl, terza la Usb, quarta infine la Fiom Cgil. Non ci sono altre rappresentanze. L’appuntamento elettorale riguarderà solo i dipendenti di Arcelor Mittal e non quelli che, non assunti dall multinazionale, sono rimasti con Ilva in amministrazione straordinaria e sono circa 1700 a Taranto dopo l’esodo volontario incentivato. L’esito delle urne sarà importante per capire non solo il riscontro della partecipazione ma anche quale giudizio i lavoratori danno dell’operato sindacale e chi ritengono abbia meglio rappresentato i loro interessi. L’ultima chiamata al voto in fabbrica c’è stata lo scorso settembre, quando l’accordo al Mise relativo al passaggio dell’acciaieria al nuovo gruppo industriale è stato sottoposto a referendum tra i lavoratori. In quell’occasione i sì all’intesa espressi dai metalmeccanici di Taranto furono il 94,29%, pari a 6.452 voti su 6.866 votanti.(AGI)
Nello stabilimento tarantino votò il 63,5% dei lavoratori considerato che gli aventi diritto erano 10.830 (non era stato ancora effettuato il riparto tra assunti da Arcelor Mittal e collocati con Ilva in amministrazione straordinaria in cassa integrazione a zero ore). Circa 10, inoltre, furono le schede nulle, lo 0,14%, 12 le bianche, 0,16%. I voti contrari all’accordo furono invece il 5,7% con 392 no. E a distanza di più di sei mesi dall’accordo e dal referendum che lo ha validato anche negli altri stabilimenti, la gestione di quell’accordo con Arcelor Mittal resta il punto più impegnativo per le federazioni metalmeccaniche. Completamento delle assunzioni, gestione dei problemi dell’indotto, applicazione di valutazioni più puntuali ed efficaci circa l’impatto ambientale e sanitario della produzione e stato di avanzamento degli investimenti, soprattutto sul fronte ambientale – sul quale sono alte le attese, ma anche le preoccupazioni, della città -, sono infatti i problemi che attendono i nuovi delegati che verranno eletti nella prossima settimana a Taranto. In più interventi, le varie sigle hanno già richiamato l’azienda a concentrarsi sulle priorità. Non sono mancati, in questi mesi, momenti di scontro. A gennaio, per esempio, l’azienda evitò in extremis uno sciopero di 24 ore indetto unitariamente (e sarebbe stato il primo sotto la nuova gestione) mentre è dei giorni scorsi il risultato dell’Usb che ha ottenuto dal giudice del lavoro la condanna della società per comportamento antisindacale a proposito dei criteri seguiti nella selezione del personale da assumere. L’appuntamento elettorale è infine seguito con attenzione anche dai vertici sindacali. Oggi è a Taranto il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, nei giorni scorsi c’è stata la segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David, nelle scorse settimane, infine, è venuto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. (AGI)
Comments are closed.