Ventiquattrore di sciopero agli sporgenti portuali di ArcelorMittal il 5 giugno. Sono state indette da Fim Cisl e Uilm che protestano, affermano fonti sindacali, per l’atteggiamento assunto dal capo area che starebbe , a loro dire, discriminando i lavoratori attraverso l’uso della cassa integrazione Covid. “Alla luce di un’attività già programmata da tempo – segnalano le due sigle sindacali ad ArcelorMittal – per l’imbarco delle navi tra Ima est ed Ima ovest”, Ima è la sigla di Impianti marittimi, “sono state comunque collocate in cassa integrazione Covid 19 più unità lavorative rispetto a quelle necessarie”.
“Anche nella giornata odierna – dicono le due sigle – assistiamo a spostamenti di personale da un pontile all’altro in maniera del tutto schizofrenica creando disagio e confusione tra i lavoratori stessi”. Fim Cisl e Uilm parlano di “criticità” e “continuo stress a cui sono sottoposti i lavoratori”, per cui chiedono ad ArcelorMittal “un intervento celere è risolutivo per porre fine a tale condizione”. E dalle 12 di oggi intanto ha avuto luogo in call conference il confronto tra sindacati e ArcelorMittal per discutere della proroga della cassa integrazione Covid che l’azienda ha chiesto dall’1 giugno per altre cinque settimane per un massimo di 8173 lavoratori. Già utilizzata la cassa Covid per le prime nove settimane a partire da marzo scorso. (AGI)
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